Si indaga per capire se da parte di uno o più istruttori siano state attuate minacce nei confronti delle reclute. Il procuratore militare di Roma, Marco De Paolis: "Vogliamo fare luce sui rapporti tra superiori ed inferiori"
ROMA - "Numerose" reclute della caserma 'Clementi' di Ascoli Piceno verranno presto convocate dal procuratore militare di Roma, Marco De Paolis, nell'ambito dell'inchiesta aperta sui fatti emersi dopo l'omicidio di Melania Rea 1. La procura militare, in sostanza, vuole capire se da parte di uno o più istruttori siano state attuate minacce nei confronti delle reclute anche per indurle ad avere rapporti di natura sessuale con i superiori. L'iniziativa non è strettamente legata all'inchiesta su Salvatore Parolisi 2(il caporalmaggiore istruttore arrestato con l'accusa di aver ucciso la moglie), "ma su ciò che sarebbe avvenuto all'interno della caserma, sui rapporti tra superiori ed inferiori"."Vogliamo approfondire alcune circostanze emerse finora - aggiunge De Paolis - per stabilire se sono raffigurabili reati". Uno su tutti, la minaccia a un inferiore "per costringerlo a fare un atto contrario ai propri doveri", punito con la reclusione militare fino a cinque anni.
Il procuratore militare ha già acquisito documenti, fatto sopralluoghi, sentito alcune persone, tra cui i vertici della caserma. L'indagine entrerà nel vivo nei prossimi giorni con l'ascolto di diverse soldatesse che hanno svolto il periodo di addestramento ad Ascoli Piceno e che dovranno riferire sul comportamento adottato nei loro confronti dagli istruttori. Il fascicolo processuale è, allo stato, senza indagati.
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