TERAMO - I soprusi, le minacce, le costrizioni, più in generale i rapporti fra superiori e reclute, fra i caporali come Salvatore Parolisi e le allieve in mimetica della caserma Clementi di Ascoli, sede del 235 Reggimento Piceno. A puntare i riflettori sulla piazza d' armi delle soldatesse è ora la Procura militare di Roma che ha aperto un' inchiesta penale sui «segreti» interni alla caserma. L' iniziativa è stata presa sulla base di quanto trapela dagli atti d' indagine sull' omicidio di Melania Rea, moglie di Parolisi, uccisa con 35 coltellate il 18 aprile scorso nella pineta di Ripe di Civitella, nel Teramano. Il reato ipotizzato dal procuratore Marco De Paolis è quello previsto dall' articolo 146 del codice penale militare, punito fino a 6 anni di carcere. Nulla rispetto all' ergastolo che pende per l' omicidio di Melania sul marito Parolisi, il quale proprio ieri nel carcere di Teramo si è avvalso della facoltà di non rispondere di fronte al gip Giovanni Cirillo. E sempre ieri, i pm di Teramo e i Ris di Roma sono tornati nella caserma dei misteri e a casa di Parolisi a caccia di «segreti inconfessabili».
Andrea Pasqualetto
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