ROMA – Non ha avuto neppure il tempo di dichiararsi ancora una volta “innocente” e ribadire che quelle nei suoi confronti sono “accuse infamanti” quando la Camera dei deputati ha dato il via libera alla richiesta dei magistrati napoletani: su Marco Milanese, deputato Pdl, l’Aula di Montecitorio ha dato l’ok ai magistrati di Napoli sull’uso delle intercettazioni telefoniche e soprattutto sull’apertura delle cassette di sicurezza dello stesso onorevole. Il tutto rientra ovviamente nell’ambito dell’inchiesta P4, su cui i pm napoletani stanno indagando, cercando di fare luce. Le due autorizzazioni, di cui si è discusso oggi alla Camera (nell’emiciclo era presente anche il vecchio amico, il ministro Giulio Tremonti), sono state votate separatamente: i voti favorevoli sono stati, per quanto riguarda l’autorizzazione all’uso dei tabulati telefonici, 538, mentre 28 i contrari. Per quanto riguarda invece l’apertura delle cassette di sicurezza hanno votato a favore 545 deputati, mentre a dire no sono stati 23.
“Schiacciato dal vento della calunnia e soprattutto innocente”: è stato questo il discorso di “difesa” del deputato pidiellino nel momento in cui ha preso la parola e dinanzi ad un’Aula semivuota per quanto riguarda i banchi del governo. Erano presenti, infatti, solo diversi ministri. Ma il capitolo più delicato del caso Milanese è stato comunque rinviato a dopo la pausa estiva: entro il 16 settembre la Giunta si esprimerà sulla richiesta più delicata che pende nei confronti del deputato del Pdl, ovvero quella di custodia cautelare in carcere. E il voto in Aula ci sarà nella terza settimana del mese. Un voto, come per il caso di Alfonso Papa, incerto fino alla fine: perché sarà molto probabilmente segreto e perché la Lega ha annunciato uno dei suoi soliti e ripetitivi, quanto mai noiosi giochetti. Il leader Umberto Bossi ha fatto sapere, infatti, che deciderà solo il giorno prima se autorizzare l’arresto come fatto nel caso di Papa oppure dire no alla richiesta della Procura di Napoli.
SUL CASO VERDINI LA CAMERA DICE “NO”Nella stessa seduta, dopo Milanese, è stato il turno del coordinatore del Pdl, Denis Verdini: i deputati si sono espressi sulla richiesta dei pm dell’Aquila di usare le intercettazioni telefoniche nei confronti del pidiellino Verdini, coinvolto nell’inchiesta sugli appalti del post terremoto in Abruzzo. In questo caso l’Aula della Camera non ha autorizzato l’uso delle intercettazioni telefoniche, “salvando” il deputato. Contro l’utilizzo delle intercettazioni hanno votato 301 deputati, mentre 278 si sono espressi a favore. Gli astenuti sono stati invece tre.
“Schiacciato dal vento della calunnia e soprattutto innocente”: è stato questo il discorso di “difesa” del deputato pidiellino nel momento in cui ha preso la parola e dinanzi ad un’Aula semivuota per quanto riguarda i banchi del governo. Erano presenti, infatti, solo diversi ministri. Ma il capitolo più delicato del caso Milanese è stato comunque rinviato a dopo la pausa estiva: entro il 16 settembre la Giunta si esprimerà sulla richiesta più delicata che pende nei confronti del deputato del Pdl, ovvero quella di custodia cautelare in carcere. E il voto in Aula ci sarà nella terza settimana del mese. Un voto, come per il caso di Alfonso Papa, incerto fino alla fine: perché sarà molto probabilmente segreto e perché la Lega ha annunciato uno dei suoi soliti e ripetitivi, quanto mai noiosi giochetti. Il leader Umberto Bossi ha fatto sapere, infatti, che deciderà solo il giorno prima se autorizzare l’arresto come fatto nel caso di Papa oppure dire no alla richiesta della Procura di Napoli.
SUL CASO VERDINI LA CAMERA DICE “NO”Nella stessa seduta, dopo Milanese, è stato il turno del coordinatore del Pdl, Denis Verdini: i deputati si sono espressi sulla richiesta dei pm dell’Aquila di usare le intercettazioni telefoniche nei confronti del pidiellino Verdini, coinvolto nell’inchiesta sugli appalti del post terremoto in Abruzzo. In questo caso l’Aula della Camera non ha autorizzato l’uso delle intercettazioni telefoniche, “salvando” il deputato. Contro l’utilizzo delle intercettazioni hanno votato 301 deputati, mentre 278 si sono espressi a favore. Gli astenuti sono stati invece tre.
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