Roma, 19 set. (Ign/Adnkronos) - Rogatorie veloci altrimenti il processo sul caso Mills arriverà allaprescrizione senza nemmeno il giudizio di primo grado. E' stato un "estremo appello alla sopravvivenza del procedimento" quello lanciato in aula questa mattina dal pm Fabio De Pasquale ai giudici del caso Mills.E' iniziata intorno alle 11 l'udienza di oggi, a cui ha preso parte anche il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi che ha lasciato il tribunale poco dopo le 13 senza rilasciare dichiarazioni. "Come sto? Io sto bene. Voi invece avete delle brutte facce... scherzo", aveva detto il Cavaliere ai giornalisti presenti al suo arrivo in tribunale. Divisi dalle transenne, alla domanda se avesse intenzione di dire 'qualcosa', magari al termine dell'udienza, il premier aveva replicato nuovamente ironico con un "qualcosa".Per terminare la fase dibattimentale manca l'esame di alcuni testi, oltre allo stesso David Mills, da sentire per rogatoria in Gran Bretagna. "Se c'è possibilità che questo processo arrivi a conclusione - ha sottolineato il magistrato - è necessario fissare al più presto le rogatorie e concentrarle in tre giorni".In mattinata i giudici avevano annunciato la disponibilità per l'esame di Mills da Londra non prima del 24 ottobre."Nessun falso né alcuna manovra" ma solo "un momento di dialettica processuale". E' quanto ribattono gli avvocati di Silvio Berlusconi, Niccolò Ghedini e Pietro Longo, con riferimento a quanto pubblicato oggi sul 'Corriere della sera' a proposito del caso Mills.Scrivono Ghedini e Longo: "L'articolo pubblicato quest'oggi, concernente il processo Mills, sul 'Corriere della Sera' a firma di Luigi Ferrarella sia per il titolo ('I giudici contro i legali del Cavaliere 'Un falso a Londra sul caso Mills', ndr), sia per il contenuto assolutamente ambiguo, è palesemente diffamatorio. Come risulta pacifico e incontrovertibile dai verbali di dibattimento, la difesa del presidente Berlusconi ha dato il proprio consenso alla ipotesi di inviare una unica richiesta di rogatoria per i testi propri e per quelli del Pubblico Ministero per agevolare il Tribunale e per economia processuale". La difesa, "sempre per le stesse ragioni, ha consentito, nella rogatoria, che per i testi comuni pm-difesa l'esame si esaurisse in un unico contesto. Di contro la difesa ha sempre chiesto che prima venissero escussi i testi del Pubblico Ministero e dopo aver eventualmente sentito l'imputato, quelli della difesa cosi' come prevede il codice di rito".Prosegue la nota: "Proprio a tal fine, si è insistito nel chiedere che nell'ambito della richiesta di una unica rogatoria, fossero differenziate nel tempo le giornate di audizione. Tutto ciò è stato ampiamente e correttamente esplicitato dai colleghi inglesi. La precisazione a verbale della difesa Berlusconi in dibattimento, era rivolta quindi a sottolineare un fraintendimento non già della difesa stessa, bensì del Tribunale che aveva con il proprio scritto equivocato, come può accadere in processi così complessi, le chiare indicazioni delle parti.Sottolineano Ghedini e Longo: "Nessun falso quindi, né alcuna manovra ma semplicemente un normale e fisiologico momento di dialettica processuale del tutto distorto dal giornalista che da anni si connota per il suo incondizionato appoggio alla linea delle Procure contro il Presidente Berlusconi". Per i due avvocati di Berlusconi, "ciò si evince anche dall'ulteriore articolo sempre pubblicato oggi sul 'Corriere della Sera' e sempre a sua firma, dove nel criticare la mancata presentazione del presidente Berlusconi alla Procura di Napoli sostiene, incredibilmente, che la presenza all'udienza odierna nel processo Mills sarebbe volta ad opporre un impedimento per l'audizione napoletana". Ghedini e Longo osservano che "come e' ovvio non e' affatto cosi' non essendo prevista per oggi nessuna audizione che era, semmai, fissata per la giornata di ieri. Di talche' come comprende chiunque, non vi era alcuna necessita' di opporre alcun impedimento".
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