Dal Berlusconi doccia gelata sulla possibilità di cambiare la legge come richiesto dal movimento referendario. Poi il solito attacco ai media: "Sono loro a dare spazio al teatrino della politica, io lavoro solo per lo sviluppo"
ROMA - "Non mi sto interessando della legge elettorale. Quello che mi sta a cuore in questo momento è continuare a lavorare per portare l'Italia al riparo dall'attacco al nostro debito pubblico e fuori dalla crisi finanziaria globale". Lo afferma il Presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi in una dichiarazione. "Governo e maggioranza - aggiunge - stanno lavorando a un nuovo decreto legge, con misure concrete ed efficaci che ridiano fiducia ai cittadini, alle famiglie e alle imprese. Lo presenteremo entro la metà di questo mese, come ci siamo impegnati a fare".
"La riforma del sistema elettorale - prosegue al nota del prmier - non è materia sulla quale mi sto esercitando. Le riforme che mi interessano in questo momento sono quelle del fisco, della architettura istituzionale, della giustizia, che sono il completamento delle riforme attuate in questi tre anni. Su questi temi, pur con il limite degli inesistenti poteri attribuiti dalla Costituzione al premier sto spronando la maggioranza a lavorare presto e bene in Parlamento. Su queste riforme decisive per il presente e per il futuro del Paese, sarebbe auspicabile un contributo fattivo dalle opposizioni, se pensassero davvero al bene comune e non solo alla mia poltrona di premier".
Berlusconi se la prende quindi come al solito con l'informazione. "Tutto il resto - sostiene - sono le solite chiacchiere del teatrino quotidiano della politica che, purtroppo, va in scena tutti i giorni sui quotidiani, nelle tv e on line e che produce solamente confusione e demoralizzazione nella gente". In realtà da quando il movimento referendario per l'abolizione del "porcellum" ha depositato in Cassazione oltre 1,2 milioni di firme , dividendosi tra chi è a favore dello svolgimento del referendumm, chi vorrebbe il varo di una riforma e chi è tentato dal ricorso al voto anticipato per lasciare in vita l'attuale sistema elettorale. Iscritto d'ufficio a quest'ultimo schieramento, dopo , il ministro dell'Interno Roberto Maroni, che oggi smentisce però seccamente: "Sono tutti retroscena infondati". "Le interpretazioni - aggiunge l'esponente leghista - sono frutto della libera fantasia di chi interpreta, io ho detto un'altra cosa ho parlato solo del referendum".
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