Dai dati rilevati al momento l'ipotesi di suicidio è improbabile. Sono in corso le indagini
ROMA - Era stato un esponente di spicco del clan camorristico dei Galasso di Poggiomarino (Napoli), il pentito e collaboratore di giustizia trovato impiccato nella sua abitazione a Viterbo. E' stato trovato morto da un amico, l'uomo di 53 anni che non era più sotto protezione ed aveva deciso di rimanere a vivere a Viterbo. La città dove era stato inviato negli anni Novanta con un'altra identità, dopo aver iniziato a collaborare con la giustizia. Il suo pentimento, secondo quanto si è appreso, sarebbe stato fondamentale per fare luce sui rapporti tra la criminalità campana e alcuni ambienti politici. Sono in corso le indagini da parte della Procura.
IMPROBABILE SUICIDIO - Uno degli elementi che rende il suicidio improbabile è che il sostegno al quale era assicurata la corda, non avrebbe potuto reggere allo strattone causato dal corpo in caduta dall'alto verso il basso. Non convince gli inquirenti nemmeno il cappio che la vittima aveva intorno al collo, realizzato in modo sommario e sbrigativo. Il pm incaricato delle indagini, Stefano d'Arma, ha incaricato i poliziotti di fare luce su questi ed altri aspetti. Le indagini, tra l'altro, sono mirate ad individuare quanti hanno avuto contatti con l'uomo negli ultimi giorni.
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