mercoledì 5 ottobre 2011

Incinta grazie ad autotrapianto tessuto ovarico

Una donna di Torino, di 28 anni, e' rimasta incinta grazie all'autotrapianto di tessuto ovarico, congelato nel 2003 e reimpiantato lo scorso anno. E' il primo caso di questo tipo in Italia, il 15/o nel mondo. La donna, in cura all'ospedale Sant'Anna di Torino, ha una forma di talassemia che nel 2003 la costrinse ad un trapianto presso l'ospedale infantile Regina Margherita di cellule staminali emopoietiche (cordonali e midollari) dalla sorellina di due anni. L'intervento, coordinato dalla dottoressa Franca Fagioli, si era reso necessario perche' la malattia non rispondeva piu' alle terapie tradizionali e avrebbe portato la paziente alla morte. I trapianti di cellule emopoietiche rendono sterili le bambine e le adolescenti che vi si sottopongono. Percio', nel 2001, per opera del professor Enrico Madon (scomparso lo scorso 27 agosto) e del professor Marco Massobrio, era nato il programma 'Fertisave' che consiste nel prelievo di tessuto di ovaie e congelamento ('crioconservazione') dello stesso presso il laboratorio 'Fiver' del Sant'Anna di Torino con l'obiettivo di poterlo utilizzare piu' avanti in una situazione favorevole. Per la giovane donna, che dopo il trapianto aveva raggiunto una condizione di menopausa precoce, quella situazione favorevole e' giunta nella primavera del 2010, quando e' stata finalmente considerata fuori pericolo. La donna ha quindi chiesto di poter utilizzare il tessuto ovarico crioconservato: due interventi chirurgici laparoscopici le hanno reimpiantato i frammenti prelevati otto anni prima e, nel giro di due mesi, le hanno consentito di riavere cicli mestruali spontanei. Nella primavera di quest'anno e' rimasta incinta e ha attualmente superato il terzo mese di gravidanza. Il programma Fertisave, sostenuto dall'Adisco (Associazione donne italiane sangue cordone ombelicale) e dalla Compagnia di San Paolo, e' gestito dalla Struttura semplice dipartimentale universitaria di Fisiopatologia della riproduzione e P.M.A. (responsabile il professor Alberto Revelli), in collaborazione con il laboratorio Fiver e il Gruppo di endoscopisti e laparoscopisti, tutte equipe universitarie che fanno capo al Dipartimento universitario di Discipline ginecologiche e ostetriche diretto da Chiara Benedetto

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