Nella capitale britannica Scotland Yard blocca il fondatore di Wikileaks, proibendogli di indossare la maschera simbolo della rivolta. Cinquemila persone radunate a Berlino. Cortei anche a Francoforte, Madrid, Amsterdam e nelle principali città europee. Manifestazioni nelle capitali dell'Estremo oriente, davanti ai palazzi della borsa e delle banche centrali
ROMA - Wellington, Sydney, Tokyo, Manila, Taipei, Hong Kong. La sveglia del movimento degli indignati è suonata inizialmente dall'altra parte del pianeta con le mobilitazioni in Asia e Oceania. Solo alcune delle 951 città di 82 Paesi che hanno espresso la loro adesione alla manifestazione globale di oggi sul sito http://15october.net/ 1. Asia e Oceania. Nella città australiana quasi duemila persone, tra le quali rappresentanti degli aborigeni, partiti comunisti e organizzazioni sindacali, si sono date appuntamento fuori dalla banca centrale, obiettivo di molte delle contestazioni in tutto il mondo. Più ristretta la partecipazione per le strade di Tokyo dove alcune centinaia di cittadini hanno manifestato contro la gestione della crisi nucleare dopo l'incidente di Fukushima. Cortei anche a Taiwan dove i manifestanti si sono radunati di fronte al grattacielo Taipei 101, sede della borsa, cantando "Noi siamo il 99% di Taiwan", e a Hong Kong, nel distretto finanziario, dove almeno 500 persone si sono riunite per esprimere la propria rabbia contro gli eccessi e le disugualianze del capitalismo dei liberi mercati. Indignati in piazza anche a Manila, dove un piccolo gruppo di manifestanti si è diretto verso l'ambasciata degli Stati Uniti gridando "Abbasso l'imperialismo americano" e "Filippine non in vendita".Continua ...
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