Berna, 23 ott. (Adnkronos) - Oasi neutrale, con il suo franco sempre più forte, la Svizzera va oggi alle urne per rinnovare il Parlamento.Ma la crisi globale che la circonda si fa sentire anche qui, obbligando il paese ad affacciarsi sempre più verso l'esterno. "La Svizzera non è un'isola", ha detto recentemente a Bruxelles Micheline Calmy Rey, una dei sette consiglieri federali che compongono il governo svizzero, sottolineando come Unione Europea e Confederazione Elvetica siano più che semplici vicini, ma partner fortemente legati fra loro. Così, malgrado un bilancio in ordine, le turbolenze economiche dell'Unione europea si fanno sentire anche qui, creando problemi alle esportazioni e al turismo, e quindi all'occupazione, a causa della valuta forte. Quando oggi gli svizzeri andranno alle urne, non penseranno solo alle questioni locali, ma anche ai temi imposti dalla realtà esterna, come la necessità di una sempre più stretta collaborazione con l'Unione Europea e la parziale revisione del principio del segreto bancario, che ha portato all'uscita della Svizzera dalla lista grigia dell'Ocse. Temi come l'immigrazione, ma anche quello dei tempi e dei modi dell'uscita dall'energia nucleare, decisa dopo la catastrofe di Fukushima.I risultati elettorali andranno poi letti alla luce del particolarissimo sistema di democrazia diretta in vigore in Svizzera. Gli elettori dovranno rinnovare, con il sistema proporzionale, i 200 seggi del Consiglio Nazionale ed eleggeranno, con il sistema maggioritario, i 46 rappresentanti degli altrettanti cantoni che siedono nel Consiglio degli Stati. Saranno poi le due Camere a scegliere il 14 dicembre i sette consiglieri federali che compongono il governo, uno dei quali assume a rotazione il ruolo di presidente per la durata di un anno.
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