Roma, 23 ott. - (Ign) - ''Una grande opera inutile''. Definisce così la Tav il documento 'Centocinquanta ragioni contro la Torino Lione' (LEGGI) che potremmo rileggere come una sorta di 'bibbia' del movimento. "Un costo, per la sola Italia, pari a quello di tre ponti sullo Stretto di Messina - denuncia - , per far guadagnare un’ora a pochi passeggeri, e senza alcuna utilità per trasporto merci e per il trasferimento modale" ossia per lo sviluppo di modalità alternative a quello su strada. Prima di tutto da sottolineare, per i manifestanti No Tav, c'è quindi il problema della "spesa insostenibile" per "un'opera che costerà 40 miliardi quanto una Finanziaria". "Quattro chilometri di Tav - si legge nel volantino ufficiale del movimento - sono uguali a un anno di pensione, tre metri di Tav valgono una scuola materna con quattro sezioni e per fare cinquecento metri di Tav si spende quanto per costruire un ospedale da 1200 posti, 266 ambulatori e 36 sale operatorie".Ma questo è soltanto uno dei punti citati. Una delle tante 'centocinquanta ragioni contro' è la questione dell'amianto per cui si parla di ''costi molto elevati di smaltimento". "La popolazione poi - si legge - è anche preoccupata per il possibile deprezzamento del territorio". "La valle di Susa è stata per 40 anni sede di cantieri per grandi opere. Cantieri che fanno scendere il valore abitativo delle case su un'area molto vasta". Non mancano poi, denuncia il documento, possibili "rischi geologici" e "danni alla salute da polveri che fanno ammalare". D'altra parte, si legge, si sente forte "l'impossibilità di dare garanzie per le amministrazioni locali" e contemporaneamente "l'assenza di un confronto vero e leale con la popolazione" che teme "il rumore, prodotto dai cantieri nella valle" e, una volta terminati i lavori, "le vibrazioni dei treni merci spinti fino al massimo delle loro prestazioni".
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