Ipotesi per il salvataggio: un «foglio» di 4 pagine e un'edizione online. Ma l'ostacolo potrebbe essere Bossi.
MILANO - L'ironia non potrebbe essere più amara. Proprio mentre la Padania, terra promessa, verrà resuscitata domenica prossima nel rinato parlamento di Vicenza - che sarà presieduto da Roberto Calderoli -, l'altra Padania , quella di carta, corre un rischio altissimo: scomparire, nel giro di pochi giorni, dalle edicole. Al suo posto nascerebbe la testata online di cui si parla da tempo. Che dell'attuale redazione - 24 giornalisti, più quattro in cassa integrazione e due in aspettativa - salverebbe pochissimo. Sono giorni, ormai, che il quotidiano - fondato negli ultimi mesi del 1996 e arrivato regolarmente nelle edicole dall'8 gennaio 1997 - esce privo delle firme di tutti i giornalisti con l'eccezione del caporedattore centrale, Stefania Piazzo.
Il piano ha un solo, possibile, ostacolo: Umberto Bossi. Resta infatti da dimostrare che il «Capo» sia disposto a rinunciare al «suo» giornale. Giusto ieri stava pensando di lanciare una campagna destinata alle famiglie. Ma intanto nel Carroccio è nato un caso diplomatico internazionale. Lunedì scorso lo stato maggiore padano ha ricevuto una delegazione del partito austriaco Bzö, fondato da Jörg Haider dopo aver dato l'addio alla «casa madre» del Fpö. La Padania ha dedicato la sua foto di copertina all'evento, anche perché il leader Josef Bucher è un convinto assertore del «doppio euro», tema che nelle assise vicentine sarà assolutamente centrale. Il problema è che la visita ha messo di malumore l'Fpö proprio nel momento in cui il partito austriaco stava per entrare - come del resto lo Bzö - nell'eurogruppo parlamentare Efd, quello appunto della Lega.
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