L'intensificazione delle pressioni contro l'Iran, l’imporre ulteriori sanzioni sul suo greggio e l'interruzione dei rapporti finanziari con le banche iraniane sono al centro di questo summit di Roma.
Gli Stati Uniti hanno inoltre chiesto ai loro alleati arabi e produttori dell'oro nero di garantire l’aumento delle loro esportazioni in Europa ed in Asia in caso di porre nuove sanzioni al petrolio iraniano e di interrompere i rapporti bancari con Teheran.
L'Iran è il quarto maggiore esportatore mondiale di petrolio e produce circa 2 milioni di barili al giorno. Il 18% delle esportazioni iraniane va verso l'Europa. Secondo fonti ufficiali, dall'inizio del 2011, l'Iran avrebbe esportato nei diversi paesi europei, circa 800 barili di greggio al giorno, in particolare in Italia, Spagna, Grecia, Germania e Francia.
Secondo il rapporto mensile dell'Agenzia Internazionale per l'Energia, nuove sanzioni al petrolio iraniano causerebbero un rialzo dei prezzi del petrolio e permetterebbero alla Cina e agli altri paesi asiatici di approvvigionarsi da Teheran a prezzi di favore.
Anche il segretario dell''Organizzazione dei Paesi esportatori di petrolio (Opec), Abdallah el-Badri, ha auspicato che non ci sara' un embargo dell'Unione europea sul petrolio iraniano perche' - ha spiegato - sarebbe effettivamente molto difficile rimpiazzare le centinaia di migliaia di barili di petrolio importati ogni giorno dall'Europa dall'Iran.
Il 4 dicembre il portavoce degli esteri iraniano, Ramin Mehmanparast, aveva messo in guardia americani ed europei: «Il prezzo del petrolio raddoppierà per raggiungere i 250 dollari al barile se l'Occidente metterà in atto un embargo sulle importazioni di petrolio iraniano».
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