Roma, 15 dic. (Adnkronos/Ign) - Anche nell'aula della Camera, dopo il Senato, la Lega porta la protesta contro la manovra. Al termine di un lungo ostruzionismo sul processo verbale, alcuni deputati del Carroccio hanno mostrato dei cartelli con scritto 'No Ici'. Gianfranco Fini e' subito intervenuto ordinando l'espulsione di Gianluca Buonanno e Fabio Rainieri che, tra l'altro, si sono messi a sedere tra i banchi del governo.
Dai banchi del Carroccio sono partiti persino dei fischi. ''Sono i pecorai che fischiano, non i deputati'', e' sbottato Gianfranco Fini dal banco della presidenza. E dopo il Senato ("pagliaccio" a Schifani), anche alla Camera la Lega attacca il presidente. E' toccato a Massimo Pini insultare Gianfranco Fini: "La sua arroganza non ha limiti. Lei e' un cialtrone", gli ha detto il deputato del Carroccio che, poco prima, aveva richiamato l'attenzione del presidente della Camera sul suo intervento. Fini ha subito replicato: "Ogni botte da' il vino che ha". La seduta e' stata sospesa per qualche minuto.
Poco prima si era sfiorata la rissa tra i deputati della Lega e quelli di Futuro e liberta'. Nel corso della gazzarra scatenata da Gianluca Buonanno e Fabio Rainieri, scatta infatti la reazione dei finiani. Tra questi, Antonino Lo Presti, 'trascinato' fuori dell'aula dai commessi. La scintilla la decisione dei due deputati leghisti di 'occupare' i banchi del governo. "Mentre stavamo lasciando l'Aula visto che la seduta era sospesa - racconta Lo Presti - li abbiamo visti minacciare e rispondere in malo modo ai commessi, a quel punto siamo intervenuti". E c'e' chi racconta di un Roberto Menia (Fli) furente, al punto di aver messo le mani al collo di un leghista. Menia, lasciando l'Aula, si rifiuta di rilasciare dichiarazioni. "Quelli li' - si limita a dire, incalzato dai cronisti - non si comportano bene".
Ora i due deputati del Carroccio saranno "deferiti al collegio dei questori ove valutare i provvedimenti disciplinari" da comminargli dal momento che i due non hanno lasciato l'aula dopo l'espulsione partecipando anche alla votazione.
Sul fronte dell'iter della manovra, il ministro Piero Giarda, quando è ripreso il dibattito in Aula, ha posto la questione di fiducia sul testo della manovra economica "approvato dalle commissioni'', senza emendamenti o articoli aggiuntivi.
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