Secondo successo del Cern di Ginevra: dopo i neutrini più veloci della luce è stata scovata la prima traccia del famoso “Bosone di Higgs” (ultimo elemento mancante per capire e spiegare questo universo), la misteriosa particella, senza la quale non staremo con i piedi piantati sulla terra.
Per i non addetti ai lavori David Miller lo ha spiegato con un facile esempio (e così vinse una bottiglia di champagne nel concorso indetto dal Ministro della Scienza):
“Un salone pieno di gente, qualcuno racconta un pettegolezzo, si forma un primo capannello di persone che commentano, poi un secondo capannello, ecc, il salone viene attraversato da un’ondata di capannelli. che così acquistano “massa e gravità”.
Così funziona il Bosone di Higgs, battezzato come la “Particella di Dio“.
Era l'ultimo pezzo mancante del puzzle delle 17 Particelle Elementari (di cui è fatta la materia), senza il quale queste particelle (prive di massa e libere di fuggire alla velocità della luce) non avrebbero mai potuto costruire gli atomi, le stelle, i pianeti e gli esseri viventi.
Per la cronaca, sono 10mila i fisici che studiano il “Bosone di Higgs” nell’LHC di Ginevra (Large Hadron Collider), il più potente acceleratore di particelle del mondo, un anello sotterraneo con 27 chilometri di circonferenza.
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