A fare il nome del politico del Pid, questa volta, non è un collaboratore di giustizia ma l'ex manager della sanità privata Michele Aiello
PALERMO. Nuove accuse per l'ex ministro dell'agricoltura Saverio Romano l'imputato, davanti al Gup di Palermo, di concorso in associazione mafiosa. A fare il nome del politico del Pid, questa volta, non è un collaboratore di giustizia ma un condannato per mafia, l'ex manager della sanità privata Michele Aiello.
Sentito dal Pm Nino Di Matteo e dall'aggiunto Ignazio De Francisci il 2 dicembre scorso, Aiello ha raccontato di avere assunto in una sua azienda il genero del capomafia di Belmonte Mezzagno, paese di origine di Romano, Pietro Calvo. Nel 2002 il segretario di Romano, che all'epoca era nell'Udc, avrebbe chiamato Aiello raccomandandogli Giuseppe Valentino - questo è il nome del genero del mafioso - e dicendogli che la vicenda interessava personalmente a Romano, ex compagno di scuola del raccomandato.
Aiello accontentò l'onorevole che, saputo dell'assunzione, incontrò l'ex manager a Bagheria per ringraziarlo personalmente. Dell'assunzione di Valentino al processo all'ex presidente della regione Cuffaro, aveva marginalmente parlato anche il pentito Giacomo Greco che aveva sostenuto che la questione interessava al boss Ciccio Pastoia, circostanza che confermerebbe l'interessamento della mafia alla vicenda.
Il verbale di Aiello è stato depositato agli atti dell'udienza preliminare a carico di Romano. L'ex manager ha confermato quanto riferito dal pentito Stefano Lo Verso su confidenze ricevute dallo stesso Aiello in carcere, ma ha detto ai Pm di non essere stato a conoscenza delle questioni politiche legate alle candidature di Antonio Borzacchelli e di Giuseppe Acanto. Quest'ultimo, ritenuto vicino alla famiglia mafiosa di Villabate, secondo l'accusa, sarebbe stato appoggiato politicamente da Romano.
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