GROSSETO – Dopo le operazioni si salvataggio della coppia di coniugi coreani di 29 anni, un uomo e una donna (nella foto), in viaggio di nozze, ritrovati vivi in serata e chiusi all’interno della loro cabina, a bordo della Costa Concordia incagliata al largo dell’'isola del Giglio, arriva la svolta nelle indagini ad opera del procuratore capo di Grosseto, Francesco Verusio che ha passato il pomeriggio di ieri, nella caserma dei carabinieri di Orbetello a interrogare quanti tra i membri dell'equipaggio potevano aiutare a ricostruire l'accaduto. Nel tardo pomeriggio arriva la decisione del magistrato: il comandante della nave Costa Concordia, Francesco Schettino, 52 anni, campano, viene fermato e portato in carcere. Schettino insieme al primo ufficiale in plancia, sono accusati, oltre a naufragio e omicidio colposo plurimo, anche dell’ abbandono della nave naufragata a 50 metri dall’Isola del Giglio, mentre c'erano ancora molti passeggeri da trarre in salvo.
Secondo quanto ricostruito dal magistrato, il comandante: ''si e' avvicinato molto maldestramente al Giglio, la nave ha preso uno scoglio che si e' incastrato sul fianco sinistro, facendola inclinare ed imbarcare tantissima acqua nel giro di due, tre minuti''. Ai comandi ''c'era Schettino'', ed e' stato lui ''ad ordinare la rotta: questo e' quanto ci risulta. E' stata una manovra voluta''.
Nel frattempo arriva la reazione del legale del comandante Schettino: ''Il mio assistito – ha commentato l'avvocato Bruno Leporatti - comprende le ragioni del fermo ma come suo difensore vorrei dire che diverse centinaia di persone devono la vita alla perizia che il comandante della Costa Concordia ha manifestato nell'emergenza''.
Leporatti era con il suo assistito quando e' stato notificato il provvedimento di fermo al comandante, che non e' stato sentito dai magistrati. Intanto la nave e' stata posta sotto sequestro dalla magistratura cosi' come la “scatola nera”, ovvero la registrazione di quanto avvenuto in plancia durante la navigazione. Acquisiti anche i tracciati della rotta. E proprio la rotta seguita dalla nave e su quale scoglio sia andata a sbattere sono tra le questioni al centro degli accertamenti.
Sempre ieri pomeriggio, prima del fermo, il comandante Schettino, al Tgcom24, aveva riferito: ''Mentre navigavamo ad andatura turistica abbiamo impattato uno sperone di roccia che non era segnalato. Secondo la carta nautica, doveva esserci acqua a sufficienza sotto di noi''.
Mentre sulla vicinanza della nave all'isola l’armatore della nave, Gianni Onorato, ha assicurato massima collaborazione con le autorità, ma ha anche specificato: ''Non e' corretto dire che la nave era fuori rotta. E' stato un evento imprevedibile aggravato da una non prevedibile inclinazione della nave''.
Quella penale non e' l'unica indagine aperta sulla tragedia: e' stata avviata anche un'inchiesta amministrativa, da parte del ministero dei trasporti.
Nessun commento:
Posta un commento