Roma, 9 gen. - (Adnkronos) - Una busta con polvere pirica e un pezzo di corda come miccia è arrivata alla sede di Equitalia di lungotevere Flaminio. La busta è stata consegnata agli artificieri della questura di Roma. All'interno nessuna minaccia e nessuna rivendicazione.
In mattinata in un ufficio postale di Ischia è stata intercettata un'altra busta contenente polvere sospetta e indirizzata a Equitalia. Sul posto, oltre ai carabinieri, sono intervenuti i vigili del fuoco, che stanno provvedendo alla bonifica del locale.
La tematica della sicurezza delle sedi di Equitalia è stata oggetto di una riunione, presieduta dal questore, Francesco Tagliente, che si è tenuta ieri sera alla presenza di alcuni dirigenti di via S. Vitale e del responsabile della Squadra Artificieri Antisabotaggio. Nell'occasione è stato fatto punto della situazione sulle misure adottate e su quelle necessarie per proseguire l'azione di prevenzione. Anche con i rappresentanti della sicurezza di Equitalia sono stati esaminati tutti gli episodi che si sono verificati su scala nazionale, al fine di valutare eventuali rimodulazioni delle misure precauzionali. Tutta la corrispondenza in arrivo e diretta alle sedi dell'ente di riscossione viene intercettata e monitorata dagli artificieri e dagli addetti al controllo della corrispondenza dei singoli uffici, anche sulla base delle allertamenti ripetuti a seguito della ricezione del primo pacco esplosivo presso la sede di Equitalia. Oltre alla corrispondenza sono all'attenzione anche le singole sedi e i vertici delle agenzie di riscossione tributi.
Numerosi i precedenti. Il primo pacco bomba, recapitato a Equitalia, è arrivato nella sede di via Millevoi, a Roma, il 9 dicembre scorso. L'ordigno esplode nelle mani del direttore generale, Marco Cuccagna, che resta ferito a una mano e agli occhi. Gli investigatori sottolineano fin dalle prime ore che potrebbe trattarsi di un'altra 'campagna natalizia' dei gruppi di ispirazione anarco-insurrezionalista. All'interno del plico viene trovato un volantino con la sigla della Federazione Anarchica Informale (Fai). I contenuti del volantino sono legati al caso del pacco inviato, il giorno precedente, l'8 dicembre, alla sede della Deutsche Bank di Francoforte. Il 12 dicembre un grosso petardo esplode davanti alla sede di un'agenzia di Equitalia a Napoli. La deflagrazione causa il danneggiamento della parte inferiore della saracinesca in ferro dell'ingresso in corso Meridionale. Il 15 dicembre una busta, con all'interno polvere pirica e un innesco, viene intercettata nella sede di Equitalia a Roma sul lungotevere Flaminio. L'ordigno viene disattivato dagli artificieri della questura di Roma. Il 20 dicembre una busta senza mittente contenente polvere bianca viene recapitata alla sede di Equitalia di via Millevoi.
Il 22 dicembre due buste contenenti della polvere sospetta sono state recapitate alla sede della Borsa in piazza Affari a Milano e a quella di Equitalia in via San Gregorio. La polizia scientifica è al lavoro. Il 4 gennaio una telefonata anonima segnala la presenza di un pacco bomba alla sede perugina di Equitalia. Dopo i controlli del caso si rivela un falso allarme. A Livorno il 5 gennaio una lettera minatoria e un proiettile calibro 7,65 vengono inviati al direttore dell'ufficio di Equitalia di Livorno. Il testo della lettera è particolarmente lungo e chi lo ha redatto precisa di non avere ideologie politiche e di essere lontano dall'anarchia, prendendo distanza anche dai recenti episodi accaduti in altre città italiane.
Gli inquirenti pensano a una sorta di "risentimento personale" di chi ha inviato la lettera minatoria e il proiettile. Lo stesso giorno a Caserta un pacco contenente polvere da sparo e destinato a Equitalia di Caserta viene intercettato dalle Poste, insospettitesi per la mancanza del mittente. All'interno viene trovata anche una lettera minatoria.
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