Come sono distribuiti immobili e titoli. In media in portafoglio 1,6 milioni, 22 volte di più dei ceti popolari. Le abitazioni continuano a fare la parte del leone con un valore di 5 miliardi di euro. Negli ultimi anni è affondata la classe media e sono cresciute le proprietà di imprenditori e commercianti. I cittadini hanno tra risparmi e ricchezza 8.600 miliardi, pari a quattro volte il debito pubblico
di MAURIZIO RICCILa crisi ha, infatti, messo a nudo un rancore crescente verso l'ineguaglianza sociale e verso il paradosso che vede l'Italia come uno dei paesi più ricchi del mondo, senza che questo venga riconosciuto nell'esperienza quotidiana. Un paese ricco, abitato da poveri, si è detto. Per sciogliere il paradosso, bisogna rispondere a due domande. Quanti sono i ricchi, in Italia? E quanto sono ricchi?
PORTAFOGLIO GONFIO
La risposta è che una delle duecentomila famiglie di straricchi, in Italia, ha, in media, un patrimonio che vale 65 volte quello di cui dispone una qualsiasi della maggioranza delle famiglie italiane. In termini statistici complessivi, non sembra una gran novità: l'Italia era un paese più egualitario negli anni '70 e '80, ma, dai primi anni '90, è andata avvicinandosi agli squilibri sociali tipici di paesi come Usa e Gran Bretagna. Negli ultimi vent'anni, tuttavia, la situazione è rimasta, più o meno, stabile. Questo, però, è uno dei tanti miraggi delle statistiche. Due fattori hanno profondamente modificato, in quantità e qualità, la piramide sociale italiana. Il primo è che, avvertono gli studi della Banca d'Italia, si è aperta una spaccatura verticale: un travaso progressivo di ricchezza, dai lavoratori dipendenti agli autonomi: imprenditori, liberi professionisti, commercianti. Il secondo è il lungo ristagno dei redditi, che ha svuotato e affondato i ceti medi. Quando si sono accorti di non essere affatto sulla strada per diventare ricchi, anche nei ceti medi si è risvegliata l'insofferenza verso gli squilibri sociali.
QUATTRO VOLTE IL DEBITO
Secondo le indagini della Banca d'Italia, la ricchezza netta degli italiani (tolti, cioè, mutui e prestiti) era pari, nel 2010, a 8.640 miliardi di euro. Una cifra imponente, pari ad oltre quattro volte la montagna del debito pubblico. In media, significa una ricchezza di poco inferiore a 400 mila euro, per ognuna dei 24 milioni di famiglie italiane. Ma, naturalmente, quei 400 mila euro sono il consueto miraggio statistico. Il 50 per cento delle famiglie italiane possiede, infatti, dice sempre Via Nazionale, meno del 10 per cento di tutta quella ricchezza. Ovvero, 12 milioni di famiglie si spartiscono, in realtà, un patrimonio di non più di 860 miliardi di euro. Questi 12 milioni di famiglie più povere costituiscono quelli che i sociologi di una volta avrebbero definito ceti popolari. Un termine che, con il progressivo svanire di operai e contadini, è diventato sempre più sfuggente e che, oggi, probabilmente, comprende soprattutto impiegati, insegnanti e la massa dei precari. In media, la ricchezza di ognuna di queste famiglie è di 72 mila euro in tutto, al netto di mutui e prestiti, ma casa e risparmi compresi.
L'altra metà degli italiani ha, invece, le mani su quasi 8 mila miliardi di euro. Ma non è così che va vista la divisione della torta. Al di sopra dei ceti popolari e dei ceti medi in via di affondamento ci sono, elaborando i dati della Banca d'Italia, quelli che possiamo chiamare ceti medi benestanti. Circa 9 milioni 600 mila famiglie, il 40 per cento del totale, che controlla il 45 per cento della ricchezza italiana: 3 miliardi 880 milioni di euro. In media, ognuna di queste famiglie benestanti ha un patrimonio, fra case e investimenti finanziari, pari a 405 mila euro.
Continua ...
http://www.repubblica.it/economia/2012/01/08/news/i_patrimoni_italiani_in_poche_mani_quasi_la_met_al_10_delle_famiglie-27751433/
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