QUASI ogni angolo degli oceani della Terra è stato alterato dall'impronta distruttiva dell'uomo. Il quadro della situazione è stato tratteggiato per la prima volta in una mappa degli oceani che mostra di quanto la mano dell'uomo è intervenuta. Per fare danni. Gli scienziati hanno realizzato una scala che prevede 17 differenti situazioni di attività dell'uomo laddove i valori dall'1 al 17 indicano condizioni del mare via via sempre più gravi. Da questo lavoro si scopre come più del 40 per cento dei mari e degli oceani del pianeta è in una situazione che è considerata grave o molto grave. Per un 5 per cento questo malessere è quasi irreversibile. Il lavoro, che è stato realizzato dal National Science Foundation americano, ha utilizzato un enorme numero di dati provenienti dai satelliti, dalle navi per la ricerca oceanica e da altre ricerche marine e sottomarine. Le acque dove le condizioni sono peggiori rispetto ad altri luoghi si trovano in prossimità del Mare del Nord, noto per le importanti estrazioni di petrolio, nei mari del Sud ed Est della Cina, fortemente inquinati dalla crescente attività industriale del Paese, nei mari che circondano i Caraibi, lungo le coste orientali del Nord America, il Mediterraneo in seguito alla enorme crescita di popolazione che le sue coste hanno visto in questi ultimi decenni, il Mar rosso, lo Stretto di Bering, parte del Pacifico occidentale e del Golfo Persico. "La ricerca riporta un quadro davvero inaspettato. E' peggiore di quella che la maggior parte della gente si aspetterebbe.
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