ROMA -E' la più forte, la più pericolosa, la più ricca e capace di adattarsi alla globalizzazione di uomini e capitali grazie al controllo ormai mondiale sul traffico della cocaina; la droga dei ricchi che diventa sempre più diffusa anche tra le fasce medie. Una holding che si ricrea in tutto il mondo su basi familiari e senza strutture di vertice, qualcosa a a metà tra un 'logo' di successo - come le catene internazionali di fast food - e l'organizzazione de-strutturata propria di Al Qaeda. La 'ndrangheta mette paura e l'antimafia quasi urla il suo allarme in 237 pagine utilizzando una categoria dell'analisi delel società post moderne resa famosa dal sociologo Zygmunt Bauman: la 'ndrangheta e' la "mafia liquida", capace di essere dovunque senza apparire. Un allarme fortissimo, un richiamo diretto allo Stato e alla politica con un invito immediato e pressante da parte del Presidente della commissione Francesco Forgione: i partiti scelgano con oculatezza i candidati perché altrimenti la Calabria non ce la può fare. Ecco i principali capitoli della relazione. - Tentacoli a Milano, Roma, Emilia, Liguria e Piemonte. Il rapporto illustra- documentandolo- l'espandersi tentacolare delle 'ndrine in diverse regioni e Milano e Roma. I settori di inserimento sono quelli economicamente trainanti. I capitali - immensi- arrivano dal traffico di cocaina - Cocaina in mano alla mafia calabrese. Le 'ndrine sono broker a tutto campo del traffico di cocaina in Europa e sempre più nel mondo. La struttura e a compartimenti stagni e segmenti che non conoscono l'intero sistema in cui si snoda il narcotraffico. Come una cellula di Al Qaeda, una 'ndrina puo' cadere ma non compromette la rete che si estende in tutti e cinque i continenti con una presenza tanto più forte quanto meno appariscente. - Sa-Rc controllata metro per metro. La Salerno Reggio Calabria è sotto controllo, metro per metro, della 'ndrangheta. La relazione enumera i 'segmentì e le relative famiglie che - d'intesa- si sono spartite gli "infiniti" lavori di ammodernamento dell' autostrada. - Un 'cartello' controlla il porto di Gioia Tauro. Una sorta di "cartello" delle cosche controlla gran parte delle attività legali del più grande porto del Mediterraneo. In mano alle 'ndrine tutte le attivita' illegali. Su 3 milioni di container l'anno solo 1000-1500 vengono controllati. - Nessuna denuncia dagli industriali della Calabria. L'Antimafia segnala che nessun industriale della Calabria ha denunciato infiltrazioni. C'é una situazione ben diversa da quella che della Confindustria siciliana che si è impegnata ad espellere gli imprenditori che pagano il pizzo o che partecipano agli affari dei clan. - La debolezza della politica. Nella Calabria di oggi gran parte delle attività economiche, imprenditoriali e produttive sono condizionate, infiltrate e alcune dirette dalla cosche della 'ndrangheta. La Calabria, da anni, e' "investita da una drammatica questione morale". "La forza della 'ndrangheta - si legge nel documento di cui e' stato relatore il presidente dell'Antimafia - è l'altra faccia della debolezza della politica. Ma le ragioni di questa non possono essere cercate fuori da sé. La debolezza è l'elemento centrale di un sistema clientelare di potere che per riprodurre consenso e voti non può essere messo in discussione, pena la crisi della sua presa sociale".
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