Sono stati rinvenuti nell'oasi del Faiyum i resti di un vasto insediamento agricolo risalente al 5.200 a.C., il più grande e antico mai portato alla luce
Il Cairo, 18 feb. (Adnkronos/Ign) - Risale a 7.000 anni fa la prima fattoria dell'antichità. Resti di un vasto insediamento di tipo agricolo con allevamenti sono stati ritrovati nel Faiyum, provincia dell'Egitto settentrionale, un'oasi fiorente nella valle del Nilo. Una missione archeologica dell'Università della California e dell'Università di Groningen (Olanda) ha portato alla luce resti di ossa animali, vegetali carbonizzati (in particolare grano e orzo) e di materiali in ceramica che sono stati datati alla tarda epoca neolitica, intorno al 5200 a.C. Zahi Hawass, segretario generale del Supremo Consiglio delle antichità in Egitto, ha dichiarato, annunciando la scoperta, che si tratta del più grande e del più antico insediamento agricolo mai portato alla luce durante scavi archeologici.Prima che i faraoni prendessero il potere nella valle del Nilo, gli egiziani coltivavano grano e orzo, allevavano maiali, pecore, capre e bestiame, come dimostrano i resti delle ossa ritrovate nel Faiyum. Negli scavi sono stati rinvenuti anche diversi resti di focolari e numerosi pezzi di ceramica datati a oltre 7000 anni fa, due millenni prima della nascita della prima dinastia dei faraoni.Per la prima volta, hanno spiegato gli archeologi americani e olandesi, l'agricoltura dell'antico Egitto potrà essere studiata nel contesto di una ''fattoria'', contribuendo così a chiarire come, perché e quando i predecessori dei faraoni iniziarono a costruire villaggi agricoli. L'equipe, diretta dalla professoressa Willeke Wendrich dell'Università della California, e dal professor Rene Cappers dell'Università di Groningen, sostenuta dalla National Geographic Society, continua le esplorazioni alla ricerca dei magazzini dove erano custodite le granaglie.
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