"Standard Operating Procedure" di Errol Morris racconta come i casi di abuso ai prigionieri vennero fotografati con l'autorizzazione e l'incoraggiamento del Pentagono
Si intitola "Standard Operating Procedure" il nuovo lavoro del documentarista americano Errol Morris in cui il regista descrive i casi di abusi ai prigionieri avvenuti nella prigione militare di Abu Ghraib e racconta come tutto quanto venne fotografato con l'autorizzazione e l'incoraggiamento del Pentagono. Il film è stato presentato giovedì al Tribeca Film Festival di New York. La tesi di Morris è che i militari coinvolti nello scandalo delle fotografie che ritraevano le torture e le umiliazioni ai prigionieri stavano mettendo in essere procedure di operazione standard autorizzate dall'alto.
Il responsabile ultimo sarebbe quindi Donald Rumsfeld.
"Questa è una storia che dovevo raccontare, anche se non so quanti la vedranno" ha dichiarato Morris riferendosi ai flop al botteghino collezionati da tutti i film incentrati sulla guerra in Iraq. Il documentario racconta le storie dei cinque soldati americani finiti sotto processo per le note fotografie degli abusi infliitti ai prigionieri, inclusa la storia di Lynndie England, la donna immortalata mentre teneva a guinzaglio un prigioniero e che è stata condannata a tre anni di prigione nel 2005. Secondo il regista, in questa vicenda persone ordinarie sono state spinte a compiere abusi e a infliggere umiliazioni dalla catena di comando, che considerava tali operazioni procedure standard.
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