Ottawa, 27 apr. - (Adnkronos) - Non sempre l'utilizzo dei cani antidroga da parte delle forze dell'ordine può ritenersi legittimo. Anzi, in alcuni casi rappresenta una violazione della privacy. Lo ha stabilito la Corte Suprema canadese, dando ragione a uno studente dell'Ontario, già assolto in appello dall'accusa di spaccio di sostanze stupefacenti e possesso illegale di droga. Il giovane, che frequentava la St.Patrick's High School di Sarnia, venne sottoposto a un controllo casuale da parte della polizia, che utilizzò cani antidroga nell'operazione di prevenzione condotta a campione fuori dell'istituto scolastico. Nello zainetto, gli venne trovata marijuana e dei funghi allucinogeni. Da qui le pesanti accuse, contro le quali il giovane ha citato in giudizio la polizia sostenendo che l'uso dei cani antidroga violava la privacy e la Carta dei Diritti.Dopo aver ottenuto ragione in Corte d'Appello, il caso dello studente è approdato in Corte Suprema. Confermando la sentenza di secondo grado, il massimo organo della giustizia canadese ha ribadito che i cani devono essere utilizzati per annusare la droga a distanza e che la polizia, in occasione del controllo a campione effettuato a Sarnia, non era in possesso di mandati di perquisizione che gli consentissero di frugare nello zainetto dello studente.
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