giovedì 3 aprile 2008

Affaire antimafia di Riccardo Bocca

Infiltrazioni politiche e business. Sulla lotta alle cosche è polemica. Parla la candidata di Grillo. Colloquio con Sonia Alfano. Il grido d'allarme è di Tano Grasso, il presidente onorario della Fai, la Federazione nazionale antiracket e antiusura. "C'è una guerra che viene da sinistra", ha dichiarato. Un tentativo di screditare chi combatte il pizzo e i santuari mafiosi. Un piano insidioso che lo ha costretto a chiedere un incontro con il ministro dell'Interno Giuliano Amato. E a pretendere immediata e "piena legittimazione". Altrimenti, avverte Grasso, si potrebbe arrivare "all'eventualità di sciogliere le associazioni antiracket".Tutto è partito da due articoli pubblicati su questo giornale. Il primo, uscito in febbraio e titolato 'Antimafia double face', ricostruiva le contraddizioni e le amicizie scivolose di chi combatte Cosa nostra. Il secondo articolo, invece, è uscito la settimana scorsa ('Il racket targato antiracket') e ha raccontato le indagini partite dalle denunce di Giuseppe Gulizia: un imprenditore ricattato prima da un gruppo di mafiosi, e poi a suo dire dal coordinatore siciliano della Fai, Mario Caniglia. Da quest'ultimo, ha dichiarato agli investigatori, sarebbe stato costretto a comprare migliaia di litri di olio. Nonché a versare decine di migliaia di euro a lui, a una dipendente del Commissariato nazionale antiracket e al presidente dell'Associazione Sos Impresa di Confesercenti, Lino Busà.Vero? Falso? Calunnie pilotate o gravi verità? Magistrati e carabinieri stanno lavorando per spazzare ogni ombra. Ma intanto il clima è pesante. Nei giorni scorsi Grasso ha tuonato contro la mancata solidarietà da parte della politica. I sostenitori della Fai hanno parlato di "veleni", di "una vendetta trasversale della mafia", persino di "attacchi subdoli da parte di chi non conosce la tormentata storia dell'antiracket". Una reazione che non stupisce Sonia Alfano, figlia del giornalista Beppe ucciso da Cosa nostra, oggi candidata da Beppe Grillo alla presidenza della Regione Sicilia: "Si è mosso il cosiddetto Puar, il Partito unico dell'antimafia di regime", commenta: "Personaggi che si ritengono intoccabili, al di sopra di qualunque indagine. Gente che ha una sola regola: o stai con me, oppure ti emargino". Sia più chiara, signora Alfano: faccia nomi e cognomi delle persone a cui si riferisce."Tano Grasso ha un ruolo fondamentale, in questo schieramento. Una volta il suo unico interesse era combattere i mafiosi, assistere chi pagava il pizzo o era stritolato dagli usurai. Poi è diventato il simbolo di una casta antimafia fatta di politici, magistrati e giornalisti. Lo scopo è semplice: gestire l'antipotere e infilarsi nelle crepe dello Stato, che al Sud è ambiguo per non dire inesistente". Continua ... http://espresso.repubblica.it/dettaglio/Affaire-antimafia/2012251//0

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