Roma, 26 apr. - (Adnkronos/Ign) - Gli sms indesiderati? Ne possono bastare una manciata per finire alla sbarra. Parola di Cassazione che ha reso definitiva la condanna per molestie nei confronti di un 38enne di Pescara, Luigi D.F., colpevole di avere inviato cinque messaggini di contenuto ingiurioso alla ex moglie. Per la Suprema Corte, che ha dichiarato inammissibile il ricorso del marito, non importa se "il numero dei messaggi è limitato" e nemmeno può costituire attenuante il fatto che i messaggi siano stati mandati "in orari diurni".Ne bastano appunto una manciata per finire a processo e rimediare una condanna in base all'art. 660 del c.p.. Luigi era già stato condannato dal Tribunale di Pescara, nel novembre del 2006 a 200 euro (pena condonata) per il reato di molestie. Inutilmente ha fatto ricorso agli 'Ermellini' di piazza Cavour sostenendo, a sua discolpa, che si era trattato di pochi sms e che quindi non potevano avere prodotto danni morali. La Prima sezione penale (con la sentenza 16692) ha bocciato il ricorso di Luigi D.F., ribadendo la "offensività della molestia" come pure il "danno morale arrecato alla vittima".
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