«Devo andare negli States. Quale compagnia mi consigliate per essere sicura di non avere incidenti?». La domanda atterra nel forum del sito AirSafe.com, il più autorevole osservatorio mondiale sui problemi del trasporto aereo internazionale. Ma la risposta alla legittima apprensione della viaggiatrice non è rassicurante: «It’s impossible to answer to this question». Il motivo? Si può morire anche su voli non inclusi nella black list. Essere fuori dall’elenco delle «carrette del cielo», non è infatti garanzia di totale affidabilità. I dati dell’AirSafe sono eloquenti: negli ultimi decenni le sciagure (con decine di vittime) non hanno risparmiato neppure i velivoli delle più accreditate compagnie di bandiera. Un trend drammatico che riguarda pure i voli low cost, tanto che le ultime quattro sciagure hanno coinvolto proprio i cosiddetti voli a «basso costo». In Europa a guidare la classifica degli «eventi mortali» è Turkish Airlines con 9 incidenti dal 1970 (2 negli ultimi vent’anni); seguono Air France con 4, Swissair con 5, Iberia con 4; Alitalia, Klm e Olympic Airways con 3; Sas con 2. Tutte compagnie che appartengono, idealmente, a una virtuosa white list che però - dati alla mano - tanto white e virtuosa non è. Ciò dipende soprattutto dal caos normativo che caratterizza il traffico aereo internazionale. Basti pensare che una compagnia considerata «a rischio» in Italia, può essere considerata «affidabile» in Svizzera o in Austria.
Continua ...
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