ROMA - Il personale assorbe quasi tutti i fondi destinati alla scuola italiana. Per il resto, non c'è molto spazio. Il ministero dell'Istruzione ha appena pubblicato il bilancio di previsione relativo al 2008 e i dati confermano le perplessità manifestate qualche settimana fa dallo stesso ministro, Mariastella Gelmini, che intende mettere mano ad una mezza rivoluzione per modificare un andazzo che considera una specie di palla al piede per il sistema di istruzione nazionale. Scorrendo i numeri della tabella sintetica fornita dai tecnici di viale Trastevere si evince che su 100 euro del faraonico bilancio della scuola italiana 97 vanno direttamente nelle tasche dei dirigenti scolastici, degli insegnanti e del personale Ata (amministrativo, tecnico e ausiliario). La quota destinata alle spese di funzionamento (Informatica di servizio, cancelleria e spese di pulizia esternalizzate) supera di poco l'1 per cento. La restante parte (il 2 per cento circa) viene trasferito ad enti pubblici e privati o viene utilizzato per l'edilizia scolastica (la cui competenza in materia di costruzione e, ristrutturazione e ammodernamento degli edifici scolastici compete agli enti locali) e per l'innovazione tecnologica nelle scuole. Quelle contenute nel bilancio dell'istruzione statale sono cifre da capogiro. Le autorizzazioni di cassa, i soldi effettivamente spendibili, ammontano a 42 miliardi e mezzo di euro. Al personale tutto, che conta un milione e cento mila addetti ai lavori, vanno 41 miliardi e 174 milioni.
Anche per questa ragione la manovra economica estiva, recentemente approvata dal governo Berlusconi non senza polemiche, ha preso di mira le casse di Palazzo della Minerva. L'obiettivo da raggiungere in tre anni è quello di tagliare 67 mila posti di insegnante e 42 mila e 500 fra bidelli, assistenti di laboratorio e addetti alle segreterie.
Continua ...
http://www.repubblica.it/2008/08/sezioni/scuola_e_universita/servizi/bilancio-ministero/bilancio-ministero/bilancio-ministero.html
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