martedì 4 novembre 2008

Iran: 3 novembre '79 quando crollò l'arroganza Usa

TEHRAN - La presa dell'ambasciata Usa a Tehran segnò il primo scontro diretto con l'imperialismo americano. Grazie a quel gesto eroico, fu crollata l'arroganza degli Stati Uniti. Un gruppo di studenti, armati solo di fede e coraggio danno una lezione indimenticabile alla superpotenza americana". Lo ha affermato oggi il vice presidente del parlamento iraniano, Aboutorabi, parlando in una manifestazione davanti all'ex sede diplomatica americana nel 30esimo anniversario dell'assalto, avvenuto il 4 novembre del 1979. I partecipanti al raduno hanno dato alle fiamme la bandiera degli Stati Uniti e hanno intonato ripetutamente sloga di "Morte all'America" e "Morte a Israele". Alcuni di loro hanno innalzato cartelli su cui era scritto: "Israele, cancro della regione". Cinquantadue dei cittadini americani catturati dai giovani fedeli alla rivoluzione islamica rimasero prigionieri per 444 giorni nell'ambasciata Usa a Tehran, denominata la tana di spionaggio. L'episodio segnò la rottura delle relazioni diplomatiche fra Iran e Usa, che perdura a tutt'oggi. Difatti, da allora è la Svizzera a rappresentare gli interessi di Washington a Tehran. Aboutorabi ha inoltre condannato Washington per la sua insistenza nel cercare di fare approvare sanzioni contro la Repubblica islamica per il suo programma nucleare. "Come vi fu una reazione del popolo iraniano quando gli Stati Uniti dettero ospitalità allo Scià - ha avvertito - anche oggi esso reagirà in modo adeguato contro ogni azione che miri a limitare la nostra sovranità e il nostro legittimo diritto alla tecnologia nucleare".
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