Roma, 1 apr. (Apcom) - Le hanno sottratto il bambino subito dopo il parto e non lo ha potuto allattare per undici giorni. E' successo a Kante Kadiatou, una immigrata ivoriana di 25 anni al Fatebenefratelli di Napoli. Dall'amministrazione dell'ospedale, secondo il quotidiano Repubblica, sarebbe partita una segnalazione alla questura per identificare la donna. Kadiatou è in attesa del riconoscimento dello status di rifugiato politico. Quando all'ospedale le hanno chiesto i documenti ha presentato la fotocopia del passaporto, l'originale era infatti già in possesso della polizia per le procedure di asilo. Ma non è bastato. Dall'ospedale è partito un fax e Kadiatou è stata convocata in questura per l'identificazione. Solo quando, dopo oltre dieci giorni, l'ufficio immigrazione ha confermato l'esistenza del fascicolo della richiesta di asilo politico, le è stato riconsegnato il piccolo Abou, il suo bambino. "Non me lo hanno dato fino a quando la questura non ha confermato la mia identità", spiega la donna. "Ho temuto che me lo portassero via, che non me lo facessero stringere più tra le braccia". Liana Nesta, l'avvocato che ha ricostruito e denunciato la vicenda non ha dubbi: "O qualcuno 'più realista del re' ha applicato la norma prevista dal ddl sicurezza ma non ancora approvata, che invita i medici a denunciare i clandestini, o siamo di fronte ad un abuso inspiegabile".
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http://www.apcom.net/newscronaca/20090401_172247_d88444_59384.shtml
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