(AGI) - Roma, 20 mag. - All'indomani delle motivazioni depositate dalla procura di Milano e dopo la sfuriata del premier da L'Aquila, non si placa la bufera sul 'caso Mills'. Il centrodestra compatto difende Berlusconi e il portavoce, Paolo Bonaiuti, parla di "attacco politico a orologeria" che arriva a due settimane dalle elezioni. L'opposizione sottolinea che sono stati rispettati i termini per il deposito delle motivazioni della sentenza e, con toni diversi, attacca il premier. Sembra allontanarsi invece l'ipotesi annunciata gia' ieri mattina dallo stesso Berlusconi, di riferire sulla vicenda dinanzi alle Camere. Insorge anche il sindacato dei magistrati (Anm), che ritiene "inaccettabili" le invettive del governo contro i giudici. La questione non e' stata affrontata dalla conferenza dei capigruppo di Montecitorio e nessuna richiesta di comunicazioni del governo e' stata avanzata formalmente. Fonti parlamentari del Pdl riferiscono che la cosa potrebbe slittare per 'non prestare ulteriormente il fianco alle polemiche dell'opposizione'. La possibilita' di un intervento di Berlusconi in Parlamento non piace alla sinistra e il segretario del Pd, Dario Franceschini dice che "Berlusconi non ha trovato due minuti di tempo per venire in aula a parlare dei problemi degli italiani, ma vuole venirci per autoassolversi e sollevare un polverone politico". Piu' duro Antonio Di Pietro, secondo cui "sarebbe inaccettabile avere una sentenza parlamentare. Berlusconi come tutti gli italiani deve andare a difendersi in tribunale. Se Berlusconi viene ad accusare la magistratura in Parlamento e' un attacco alla Costituzione e una violazione al principio della divisione dei poteri". Il leader di Idv si rivolge ai presidenti di Senato e Camera, che "non devono permettere che avvenga, altrimenti si rendono assenti nel difendere le prerogative del Parlamento". Bonaiuti stigmatizza il fatto che sulla sentenza Mills Pd e Idv si siano riavvicinati.
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