Dall'ascesa e caduta di Paul Marcinkus al "golpe porpora", il tentativo (fallito) di costruire il Grande centro con fondi neri riconducibili agli appalti per Italia '90. Poco meno di un ventennio di spregiudicata finanzia coperta sotto il segno della croce. E cosi', una storia considerata morta e sepolta col tramonto dell'arcivescovo che aveva legato il suo nome a quello di Roberto Calvi e Michele Sindona, riaffiora a distanza di anni, dimostrando la sostanziale continuita' nella politica dell'Istituto per le opere di religione anche dopo lo scandalo del Banco Ambrosiano. Non ci sono accuse di massoneria rivolte all'Opus Dei, come nei romanzi di Dan Brown, ne' tutti gli altri ingredienti di successo che hanno fatto infuriare la Santa Sede negli ultimi anni, in "Vaticano spa" (Chiarelettere, 2009), del giornalista di Panorama Gianluigi Nuzzi, in uscita in questi giorni. Un libro che mette a nudo la notoria disinvoltura dello Ior, con la differenza che laddove finora arrivavano solo congetture, adesso a sostenere le tesi accusatorie c'e' la sterminata mole di documenti raccolti con certosina pazienza da monsignor Renato Dardozzi, che per conto della Segreteria di Stato del Vaticano ha seguito per 20 anni tutte le operazioni piu' delicate dell'Istituto. Con un compito, come scrive l'autore, tutt'altro che semplice, simile a quello svolto da un'unita' di crisi: "disinnescare autentiche mine finanziarie, soffocare scandali, allontanare prelati senza scrupoli appena un gradino sotto il santo padre".
Leggi tutto:
http://www.aduc.it/dyn/ucquot/
Nessun commento:
Posta un commento