Roma, 27 lug. (Adnkronos) - ''Sereno per aver sempre compiuto il mio dovere, nonostante le difficolta' incontrate'' e ''orgoglioso per aver ispirato e assicurato nei cittadini la fiducia nella giustizia'', ma ''deluso dal silenzio dell'Anm e delle istituzioni su fatti allarmanti e dal trattamento ricevuto dopo essermi impegnato per accertare tali fatti'', esprimo la ''mia profonda amarezza lasciando la magistratura''.
Con una lettera, della quale l'ADNKRONOS e' in possesso , inviata il 18 luglio scorso al capo dello Stato e presidente del Csm, Giorgio Napolitano e al Guardasigilli, Angelino Alfano, l'ex procuratore di Salerno Luigi Apicella si e' dimesso.
Protagonista a gennaio scorso, insieme ai magistrati di Catanzaro, della cosiddetta guerra tra procure sulle indagini dell'ex pm Luigi De Magistris, Apicella lascia la toga rinunciando ''con effetto immediato ad essere trattenuto in servizio fino al 75esimo anno di eta''', come previsto dal decreto ministeriale del 9 marzo 2006.
Il magistrato campano non vuole alimentare nuove polemiche, ma si dice meravigliato dal comportamento dell'Associazione nazionale dei magistrati, delle istituzioni, della politica e dei media su alcuni aspetti della vicenda. ''Non e' questa la sede per discutere dei provvedimenti assunti dai miei colleghi di ufficio e da me -scrive nella missiva- ne' per dolermi delle decisioni assunte nei nostri confronti, dei quali ciascuno rende conto innanzitutto alla propria coscienza umana e professionale, ma che comunque forniscono un quadro dell'attuale giustizia in Italia''.
''Tuttavia -avverte l'ex procuratore- non posso non rilevare come non ci sia stato alcun allarme da parte dei magistrati dell'Anm, delle Istituzioni, del giornalismo, della politica, ne' all'epoca dell'esecuzione dei sequestri ne' in questi ultimi otto mesi, sui gravissimi fatti, ampiamente ricostruiti, descritti, documentati, riscontrati nelle millequattrocentodiciotto pagine dell''incriminato' provvedimento di sequestro, compiuti da magistrati indagati per corruzione in atti giudiziari e falso che avevano, tra l'altro, tolto con procedure illegittime al magistrato inquirente la trattazione di due gravissimi procedimenti penali''.
''Non posso non meravigliarmi, inoltre -continua Apicella- di come non vi sia stato allarme da parte dell'Associazione Nazionale Magistrati e delle Istituzioni sulla circostanza che alcuni di questi magistrati hanno continuato a trattare e gestire dopo il 2 dicembre 2008 quei procedimenti penali. Ne' posso non dolermi -afferma- sull'adozione nei miei confronti di una sanzione cosi' grave (sospensione dalle funzioni e dallo stipendio), pur non essendo indagato di gravi reati, come corruzione e falso, ma essendomi prodigato come dovevo per le funzioni esercitate per verificare la commissione di questi gravi delitti''.
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