È stato l'incontro fra due viaggiatori venuti dagli estremi opposti della storia umana, il Papa bianco di una Chiesa che non può mai cambiare e il papa laico di un'America che non può fare a meno di cambiare. Dopo tanta sceneggiatura all'Aquila, il loro è stato il solo, autentico "vertice" di questi tre giorni di G8. Perché vedere quei due uomini così diversi fra loro - e basterebbero i nomi a segnalarlo, Barack Hussein e Joseph Aloisius - stringersi le mani calorosamente a nome di grandi comunità di cittadini o di credenti, era la fotografia di che cosa sia divenuto il mondo e di che cosa sia destinato a divenire. Non esistono due figure che possano reclamare una riconoscibilità globale più immediata ed eloquente di Barack Hussein Obama e di Joseph Aloisius Ratzinger e forse per questo sembravano conoscersi da sempre. È stato probabilmente uno shock, per chi non è abituato vederlo in azione, osservare come addirittura fra i due fosse l'estraneo, Obama, ad apparire più a proprio agio del padrone di casa, che pure in quelle stanze, prima da influentissimo cardinale e ora da Capo della Chiesa, vive da decenni. Semmai il più preoccupato di fare un gesto sbagliato, di mostrarsi un ospite non abbastanza premuroso o troppo premuroso, era papa Benedetto, che posava per i fotografi con la dolorosa timidezza della sua personalità, dardeggiando gli occhi per chiedersi quando farla finita coi flash. Mentre lo straniero, unico volto nero nella folla di pallidi camerlenghi, nobiluomini, prelati, diplomatici, guardie alpine, sorrideva con la collaudata spontaneità di chi lì fosse nato.
Continua ...
http://www.repubblica.it/2009/07/sezioni/esteri/g8-vertice-6/contrasti-sorrisi/contrasti-sorrisi.html
Nessun commento:
Posta un commento