Corruzione, sperpero di denaro pubblico, complicità mafia-politica-economia. Gli Italiani non hanno più alcuna fiducia nelle istituzioni italiane, e non a torto. Bisogna conoscere i nomi, i meccanismi, cosa c’è dietro ad ogni azione del governo che non è mai quella sbandierata dai mass media. E stare sempre all’erta, anche quando tutto appare marcio e la rassegnazione è forte.
In buona parte degli Italiani vi è un senso di distruzione ed autodistruzione, di un irrefrenabile desiderio di fare a pezzi le nostre istituzioni e gli uomini che le rappresentano. Desiderio più che legittimo. Tuttavia i politici, che hanno colonizzato le trasmissioni televisive, si sforzano di far credere che tale desiderio distruttivo sia in realtà connaturato al carattere tipicamente italiano, richiamando più volte l’obsoleta citazione che "fatta l’Italia, bisogna fare gli Italiani". Ed invece tale desiderio nasce dall’imperante corruzione che domina nella società italiana, nasce come istintiva reazione alla vista di tanto marciume, che oramai coinvolge ogni costola del vivere civile, e crea quella sensazione di assuefazione agli scandali del potere che si è instaurata nel Paese. I politicanti la chiamano antipolitica, con piglio superbo e arrogante, come se la Casta possa ancora esercitare una qualche forma di vera politica, che non è più tale ma è solo un intrallazzo pazzesco, volontariamente tenuta distante dai reali bisogni delle persone.
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