Talvolta, quando ci si riferisce a determinate politiche di un generico governo nazionale, si parla di inganno. Si usa questo termine quando per convinzione, fiducia o spesso per ingenuità si crede fermamente ad una promessa fatta da un qualche esponente dell’esecutivo, in particolar modo quella fatta dal suo leader, per poi vederla cadere miseramente nel vuoto.In questo caso non possiamo parlare di inganno, perché manca in un certo senso l’illusione iniziale, la cieca fiducia, quella che chi desidera essere un informatore, anche se con scarsi risultati, non può permettersi di avere, nei confronti di nessuno.Ed è un peccato non poter parlare di inganni. Perché in questa triste vicenda ne spuntano fuori almeno 3.Basta dare una rapida occhiata al comma 2 dell’articolo 25 per comprendere la logica politica alla base del documento. In esso il governo impone alle popolazioni terremotate della Provincia dell’Aquila il pagamento immediato di tutte le imposte non pagate in seguito al sisma, a partire dal gennaio prossimo.Il governo, immediatamente dopo il terremoto del 6 aprile, si era affrettato a sospendere, com’era giusto che fosse, il pagamento dei tributi verso lo Stato a carico dei cittadini aquilani. Con la stessa rapidità si è ora impegnato a ripristinarli. Con tanto di richiesta degli arretrati.Per la ricostruzione privata post-terremoto in Umbria e Marche vennero destinati 3,5 miliardi di euro spalmati in 10 anni, al termine dei quali si è chiesto alla popolazione di restituire il 40% delle imposte non pagate in 120 rate.
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http://www.agoravox.it/L-Italia-delle-tre-T-tasse.html
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