giovedì 2 luglio 2009

Mossa concordata con Berlusconi e il Colle ora teme un'escalation

ROMA - Una lettera autorizzata "dall'alto", direttamente da Berlusconi. Nel tono, nei contenuti, nei singoli riferimenti. Quando Mazzella irrompe nel pomeriggio e turba la Corte, lo fa avendo ottenuto il pieno placet del premier, preoccupato di una tempesta che rischia di ripercuotersi sul lodo Alfano, la legge ad personam che più gli sta a cuore e che può modificare, se bocciata, il corso della sua vita politica. Tant'è che al ministro Vito raccomanda di mettere in chiaro un dettaglio finora trascurato: la cena ha preceduto il giorno in cui è stata fissata la prima udienza sul lodo. Berlusconi sa che quella di Mazzella è una buccia di banana su cui può scivolare lo scudo blocca processi. Perché, per l'imparzialità della Corte, Mazzella e Napolitano potrebbero essere costretti a farsi da parte. E dunque, quando si arriverà a decidere sulla costituzionalità del lodo, due voti potenzialmente favorevoli a Berlusconi verrebbero meno. La preoccupazione del Quirinale e l'agitazione alla Consulta lo confermano: il caso Mazzella non può essere messo in sordina senza una conseguenza, perché ciò appannerebbe l'imparzialità della più alta magistratura.
CONTINUA ...
http://www.repubblica.it/2009/06/sezioni/politica/lodo-alfano-cena-giudici/mossa-concordata/mossa-concordata.html

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