Quando arrivò la televisione commerciale, il network pubblico, la Rai, cercava con fatica di togliere la calzamaglia nera alle sorelle Kessler. C’era mezza Italia che non aspettava altro. Il dada-umpa delle magnifiche tedesche incantava e sembrava fatto apposta per suscitare recriminazioni a causa dell’infagottamento richiesto dal “comune senso del pudore” di mamma Rai.
Nei canali di Silvio Berlusconi arrivò Drive-in con una miriade di fanciulle generosamente scollate che era un piacere per milioni di italiani osservarle dalla testa ai piedi. I dialoghi erano poveri, talvolta demenziali, ma l’accoglienza entusiastica. Sembrò di essere usciti dal tunnel, e la cosa non dispiacque nessuno, tanto che quando si paventò la possibilità che le tv berlusconiane fossero spente, l’opinione pubblica rimase indignata. E qualcuno tirò fuori la libertà dell’etere e tutto il resto.
La televisione commerciale macinava soldi e programmini leggeri, di alcun pregio artistico o culturale, ma a questo doveva pensarci la tv pubblica che era quella che si prendeva il canone, perciò andava bene come andava.
Successe però che mamma Rai si trovasse nelle condizioni di adeguarsi o scomparire. Economicamente intendo. La concorrenza s’era fatta pesante e bisognava mettere in campo progetti in grado di competere. Come? Dando agli italiani quello che volevano. Che cosa volevano? Esattamente ciò che la tv commerciale stava offrendo: belle donne, barzellette. Nulla di più.
E da qui siamo arrivati al Grande Fratello su Canale 5, e l’Isola dei Famosi su Rai 2. Anzitutto, che si può vivere da eroi mangiando chewing gum e buttando pietre dai cavalcavia. Che i cattivi hanno le loro ragioni ed in ogni caso sono bravi belli e affascinanti, perché dominano la scena ovunque si trovano. Drive-in aveva fatto la sua parte, niente rispetto a ciò che insegnavano, ed insegnano, le fiction televisive. È con le fiction che milioni di giovani italiani hanno appreso che cosa è bene e che cosa è male. La tv commerciale in questo settore ha fatto da apripista, scovando il peggio del peggio dal punto di vista culturale, negli States e ovunque fosse possibile fare cassa, spendendo poco e accontentando la platea sterminata di italiani senza pretese.
È esagerato affermare che il Grande Maestro nell’ultimo trentennio è stato l’attuale capo del governo? Forse lo è, ma che abbia avuto un ruolo importante, di questo sono sicuro.
In più Silvio Berlusconi è uno che dice quello che ha da dire senza peli sulla lingua, mettendo in riga gli avversari. Invece che difendersi attacca. Invece che ingraziarselo, come capo del governo, li fucila giorno dopo giorno. Si comporta come i protagonisti di un reality di successo o, se volete, il protagonista di una fiction televisiva, un sequel, giusto come quelli che i suoi canali tv acquistano e propongono, gratuitamente, agli italiani. Perché anche Silvio è figlio culturale del suo network nazionale.
CONTINUA ...
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