MILANO — L’Hiv, il retrovirus causa dell’Aids, ha una sua spiccata «intelligenza» nel disinnescare le difese dell’organismo che infetta e nel rendere meno efficaci anche i farmaci. Come Ulisse sconfisse dopo 10 anni di inutile assedio Troia, adottando il trucco del cavallo di legno pieno di guerrieri e in apparenza abbandonato sulla spiaggia, così l’Hiv uccide le «inattaccabili» cellule delle nostre difese con un escamotage . Ulisse entrò in Troia, con un manipolo di guerrieri scelti, nascosto all’interno del cavallo che gli stessi troiani portarono nella città per fare spregio ai greci in apparenza delusi e partenti. Hiv-Ulisse fa lo stesso «infettando» altre cellule delle difese, i macrofagi o i linfociti T, e utilizzando loro (il cavallo di Troia) come veicolo per introdurre il killer Nef (i guerrieri di Ulisse) all’interno dei temibili globuli bianchi della serie B, altrimenti inattaccabili dal virus dell’Aids. Insomma senza questo «imbroglio» biologico l’Hiv sarebbe meno temibile.
La scoperta è firmata da Andrea Cerutti. Un testardo immunologo italiano che da anni cerca il modo di bloccare l’Aids investigando i misteriosi meccanismi di attacco di questo virus. La pista giusta l’aveva individuata anni fa, ma ancora mancava la prova schiacciante. Adesso Cerutti, 44 anni, ha il quadro completo. E il suo studio è stato accreditato e pubblicato dalla rivista Nature Immunology. Cerutti si è laureato in medicina e si è specializzato in ematologia all ’università di Padova (1984-1995), ma è dovuto emigrare (come tanti) per raggiungere il traguardo. Oggi è a capo del dipartimento di Immunologia al Weill Medical College of Cornell University di New York. Da ottobre sarà al Mount Sinai. Negli Stati Uniti vige la regola della campagna acquisti come da noi nel calcio: così per il friulano Cerutti stanno salendo le quotazioni nel mondo della ricerca.
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