mercoledì 19 agosto 2009

Politica mafiosa e tessere fasulle: c’è davvero tanta differenza?

Il dibattito interno al PD sulla “questione morale” del tesseramento si è sciolto nel caldo umido dell’estate politica mentre continua, seppure rallentata dagli ozi delle vacanze, la battaglia correntizia tra Franceschini, Bersani e Marino per stabilire chi è più nuovo, più di sinistra, più laico. Peccato perché se non fosse ipocrita l’allarme che aveva suscitato l’analisi dei dati del tesseramento tra i candidati alla segreteria del PD, una volta tanto si sarebbe potuto parlare di problemi reali di democrazia interna invece di inutili polveroni che stanno nascondendo il vero contenuto dei programmi dei contendenti: pochi ideali, pochi argomenti e molte trattative per accaparrarsi consensi da ripagare con chissà quale moneta. Nemmeno lo scandalo pugliese che ha mostrato chiaramente la dimensione del cancro morale che una certa politica è riuscita a far penetrare anche in quelle forze di sinistra che mentre, ritualmente, celebravano Enrico Berlinguer e la sua genuina denuncia della politica mafiosa del pentapartito, dall’altro, pur rinnovando fiducia nella magistratura, parlavano di teoremi e di complotti.
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