LONDRA - "Berlusconi cerca di censurare un film sulla sua vita amorosa", titola oggi il quotidiano britannico Independent, riferendo che tuttavia l'iniziativa del premier italiano sembra avere ottenuto un effetto contrario a quello sperato, perché "gli italiani corrono a vedere" il film che il Cavaliere voleva bloccare. In una corrispondenza da Venezia, il giornale londinese ricostruisce la storia di "Videocracy", il documentario di Erik Gandini che verrà proiettato stamani alla mostra internazionale del cinema, in cui si accusa Berlusconi di avere creato, attraverso il suo impero televisivo, una frivola cultura dei media con "donne mezze nude" e immagini sciovinistiche. L'Independent scrive che il divieto alla messa in onda di un breve spezzone del film sulle reti della Rai, che lo hanno giudicato "offensivo", e una decisione analoga presa dalle reti di Mediaset, ha causato un soprendente interesse nel documentario, non solo nell'ambito della mostra di Venezia: le richieste delle sale cinematografiche italiane per averne una copia e mostrarlo al pubblico sono raddoppiate, salendo in pochi giorni da 35 a 70, "con centinaia di proiezioni" in più di quelle originariamente previste. "Il divieto indica il livello di tensione che c'è in Italia riguardo a quello che va in onda in tivù", dice il regista, intervistato dal quotidiano londinese. "Quello che non appare in tivù non esiste, e all'inizio ero spaventato dal divieto, ma il giorno seguente c'è stata una enorme esplosione di interesse su internet, le sale per la proiezione sono raddoppiate e la gente lo diffonde anche su Facebook". Negli ultimi trent'anni, continua Gandini, "l'Italia è stata inondata dalle tv di Berlusconi, che hanno un sacco di donne seminude e di trivialità. Queste cose vengono presentate come innocue ma è una cultura molto pericolosa. La tivà italiana è molto superficiale e sciovinistica. Nel film io sostengo la tesi che la personalità di Berlusconi viene riflessa dalle sue tivù. Non dico che egli sia il solo responsabile della cultura televisiva dell'Italia di oggi, ma quel che vediamo in tivù è molto vicino a ciò che lui è".
A un altro aspetto del caso è dedicato un articolo del Daily Telegraph, che titola su "Superman Berlusconi sfida la Ue", riportando le dichiarazioni dell'altro giorno in cui il premier ha negato di essere "malato", come aveva indicato per prima sua moglie Veronica annunciando la richieta di divorzio, dicendo: "Basta guardare a quel che ho fatto in 15 mesi di governo per capire che non sono in cattiva salute, sono Superman".
La frase su Berlusconi "Superman" campeggia sui titoli di vari altri giornali, perfino in Australia e in Asia. Osservando che fa parte di una offensiva che ha messo nel mirino i giornali critici, la Chiesa, l'Unione Europea, il Telegraph chiede il parere di James Wakston, docente di studi politici alla American University di Roma, il quale commenta: "Sono segnali che il premier si sente minacciato. Se uno ha un minimo di buon senso, non attacca la Chiesa in questo paese, perché è un'istituzione molto, molto potente, che esiste da ben più tempo dello stato italiano. Quel che Berlusconi sta facendo sembra il riflesso di una crescente intolleranza a ogni forma di dissenso. Le differenze di opinione fanno parte del processo democratico, ma lui è convinto che, poiché è stato eletto, può fare tutto quello che vuole".
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