In corso la riunione sulla richiesta del tribunale di Milano di perquisire gli uffici del tesoriere di Silvio Berlusconi. Opposizioni: "Non c'è fumus persecutionis". I pm di Milano: esame tabulati personali, non della cella di Arcore
ROMA - E' iniziata, tra le polemiche, la riunione della giunta per le autorizzazioni a procedere della Camera sulla richiesta del tribunale di Milano di perquisire gli uffici del tesoriere di Silvio Berlusconi. Il relatore di maggioranza Antonio Leone ha illustrato la sua relazione proponendo di negare la stessa in quanto vi sarebbe evidenza di "fumus persecutionis" nei confronti del premier. "Contro il premier i pm hanno un intento ritorsiono se non persecutorio".
Non la pensano così invece tutti i gruppi dell'opposizione: Pd, Idv e Terzo polo. "Non c'è persecuzione" dicono Palomba (Idv), Samperi (Pd), Mantini (Udc) e Lo Presti (Fli). "La relazione di Leone - accusano i democratici - è tutta improntata su questioni procedurali, cavilli e tatticismi che, tra l'altro, sono disattesi sia dalle norme che dalle pronunce della corte costituzionale. Nessun accenno ai gravissimi fatti che hanno dato origine a questa vicenda giudiziaria e che hanno turbato l'opinione pubblica e la coscienza di tutti noi". Domani si avvierà il dibattito, mentre il voto arriverà entro giovedì.
Gli avvocati del premier, intanto, hanno integrato la documentazione con 29 verbali degli interrogatori condotti nel corso delle indagini difensive. "Sono arrivati stamattina- spiega il presidente della giunta, Pierluigi Castagnetti del Pd - ora discuteremo anche di questo e valuteremo se possono essere consultabili".
La reazione del Pd, però, è dura. "La giunta per le autorizzazioni della Camera è chiamata a verificare l'esistenza o meno del fumus persecutionis non certo ad entrare nel merito di una indagine in corso. Il tentativo degli avvocati del premier di parlamentarizzare il caso Ruby è pertanto inaccettabile. La sede competente è la procura di Milano ed è lì che il premier dovrebbe dedicarsi, anche personalmente, ad esporre gli elementi a sua difesa" afferma il capogruppo Pd in commissione giustizia alla Camera, Donatella Ferranti.
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