Palermo, 22 apr. (Adnkronos/Ign) - "Non ho falsificato alcun documento". Massimo Ciancimino nega tutto e respinge le accuse della Procura di Palermo che ieri ha firmato il provvedimento di fermo nei confronti del figlio dell'ex sindaco di Palermo accusato di calunnia pluriaggravata nei confronti dell'ex capo della Polizia, Gianni De Gennaro. Ciancimino, durante le due ore circa di interrogatorio davanti al procuratore aggiunto Antonio Ingroia e ai pm Antonino Di Matteo e Paolo Guido, ha negato qualunque tentativo di manomettere documenti tra quelli consegnati alla Procura.
In particolare, Ciancimino è accusato di avere manomesso un documento consegnato il 15 giugno 2010 nel quale c'è il nome di Gianni De Gennaro cerchiato a penna. Ma, a quanto si apprende, Ciancimino non sarebbe stato convincente per i magistrati di Palermo. Spetta adesso al gip di Parma, dove si è tenuto l'interrogatorio, decidere se convalidare il fermo.
"Sta male, è molto impaurito e nervoso" e ha negato di "avere mai fatto alcuna contraffazione dei documenti consegnati nei mesi scorsi alla Procura di Palermo" ha detto il suo avvocato Francesca Russo.
"Ha detto di non sapersi spiegare quello che gli viene contestato - ha proseguito il legale - anche perché non sarebbe neppure in grado, come detto da lui stesso ai magistrati, di fare una cosa del genere. Vedremo adesso domani quello che deciderà il gip di Parma".
Durante una perquisizione nell'abitazione di Ciancimino in via Torrearsa a Palermo gli artificieri della Polizia insieme a personale della Dia hanno rinvenuto dell'esplosivo nascosto in giardino.
Sarebbe stato inviato "una settimana fa" allo stesso Ciancimino che però non avrebbe detto nulla "per non creare allarmismi in famiglia". A spiegarlo è stato lui stesso nel corso dell'interrogatorio. L'esplosivo, dei candelotti collegati a dei fili, sarebbe stato prima immerso nell'acqua e poi interrato nel giardino. Il personale della Dia, dopo le sue dichiarazioni, ha effettuato immediatamente un sopralluogo nell'abitazione di via Torrearsa, attualmente disabitata perché la famiglia si trova a Bologna.
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