Damasco, 22 apr. (Adnkronos/Aki) - E' salito a 23 morti il bilancio delle vittime della repressione del regime di Bashar al-Assad contro i manifestanti scesi in piazza oggi in diverse città del paese. Lo ha annunciato la tv satellitare 'al-Arabiya' che cita fonti degli attivisti dei diritti umani locali.
In particolare gli attivisti accusano la polizia di aver aperto il fuoco contro i manifestanti che sfilavano in diverse città del paese. In particolare si registrano cinque morti solo nella zona di Duma.
Nella cittadina siriana di Salamiya, poco fuori Hama, sono almeno diecimila le persone scese in strada in queste ore. Lo ha annunciato Aktham Nuayssa, noto dissidente siriano, nel corso di un collegamento telefonico con la tv araba 'al-Jazeera'. In migliaia manifestano contro il regime anche nella città di Daraa, nel sud della Siria.
A Damasco, la polizia siriana è intervenuta, secondo quanto riferiscono alcuni testimoni ad 'al-Jazeera', lanciando alcuni lacrimogeni in una piazza del centro cittadino per disperdere i manifestanti.
Non sembra aver sortito effetti sull'opposizione, quindi, l'abrogazione dopo quasi 50 anni della legge sullo stato d'emergenza annunciata ieri dal governo siriano. Il provvedimento permette in teoria all'opposizione di manifestare pacificamente.
Intanto, alcune ong denunciano che oltre 200 persone sono morte nelle proteste in Siria delle ultime settimane.
"Occorre trovare un accordo tra la maggioranza sunnita e le minoranze religiose ed etniche per evitare la guerra civile, basato su ciò che abbiamo in comune, ovvero la coscienza nazionale siriana e araba e la resistenza contro l'occupazione israeliana del territorio nazionale. In un certo senso c'è una causa nazionale che va salvata", dice a AKI-ADNKRONOS INTERNATIONAL padre Paolo Dall'Oglio, gesuita e fondatore della Comunità monastica siro-cattolica di Deir Mar Musa.
Nessun commento:
Posta un commento