Il premier telefona a Obama: ok a raid mirati. Calderoli: non con il mio voto. Fli: si apre crisi di governo.
ROMA - Sì ad «azioni aeree mirate» italiane in Libia. La svolta del Governo sulla crisi libica arriva in serata, al termine di una telefonata del premier Silvio Berlusconi con il presidente Usa Barack Obama. E scatena
subito l'ira della Lega, che con il suo no spacca il governo (che illustrerà la svolta sulla Libia al Parlamento). Il ministro Roberto Calderoli annuncia: non avranno il mio voto. Fli: finisce politica estera ambigua. Il Pd: Intanto ancora bombe della Nato su Tripoli, colpito l'ufficio Gheddafi. Almeno 30 morti a Misurata.
L'Italia dunque parteciperà ad azioni mirate sul territorio libico per colpire target militari anche in movimento, come ad esempio tank e carri, e postazioni missilistiche. E questa logica ha convinto il premier, si ragiona in ambienti di governo, a dare il via libera del nostro Paese a un intervento nel paese nordafricano.
«Il presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, ha avuto poco fa una lunga conversazione telefonica con il presidente degli Stati Uniti, Barack Obama, sugli sviluppi della crisi libica», si legge in una nota di Palazzo Chigi diffusa in serata. «Nel corso del colloquio - prosegue il comunicato - il presidente Berlusconi ha informato il presidente Obama che l'Italia ha deciso di rispondere positivamente all'appello lanciato agli Alleati dal segretario generale della Nato in occasione della riunione del Consiglio Atlantico del 14 aprile scorso a Berlino, e dopo i contatti avuti successivamente dal Presidente del Consiglio e dai Ministri degli Esteri e della Difesa, per aumentare l'efficacia della missione intrapresa in Libia in attuazione delle Risoluzioni ONU 1970 e 1973. A tal fine l'Italia (che sin dall'inizio sta fornendo un cruciale contributo all'operazione Unified Protector in termini sia di assetti aerei e navali assegnati alla missione sia di disponibilità delle proprie basi aeree per lo schieramento di aerei alleati) ha deciso di aumentare la flessibilità operativa dei propri velivoli con azioni mirate contro specifici obiettivi militari selezionati sul territorio libico, nell'intento di contribuire a proteggere la popolazione civile libica. Con ciò, nel partecipare su un piano di parità alle operazioni alleate, l'Italia si mantiene sempre nei limiti previsti dal mandato dell'operazione e dalle Risoluzioni del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite».
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