Quanto sono lontani i tempi in cui il giudice ragazzino Rosario Livatino non accettava neppure un caffè dagli estranei.
In Italia è sempre più difficile interpretare e capire i fatti, dato che le dichiarazioni e le notizie diventano sempre più contraddittorie, sempre più confuse forse per creare confusione nelle teste degli italiani, costretti a subire il malgoverno, l’inettitudine e la mala fede di questo governo ormai privo di legittimità e soprattutto di credibilità a tutti i livelli.
Riguardo alla misteriosa manina che ha inserito nella manovra finanziaria la norma salva-Fininvest e poi prontamente ritirata, e non poteva essere altrimenti, il Ministro Tremonti se ne era tirato fuori demandando le spiegazioni a Palazzo Chigi e precisamente nella persona del sottosegretario allaPresidenza del Consiglio Gianni Letta. Persino Bossi s’era scomodato per difendere il Ministro Tremonti. Ora il Premier stesso conferma che la norma l’avevano scritta i ministri Tremonti e Alfano, quest’ultimo da poco anche nuovo segretario del Pdl, eletto per acclamazione, che finalmente vuole un partito degli onesti, come se ciò non dovesse essere una verità assiomatica ma una variabile discrezionale.
In tanta bailamme quindi, come poter capire chi è o chi sono i bugiardi? Il guaio è che per tutti noi, mentre cerchiamo di sbrogliare questa intricata matassa in cui si è ormai da tempo avviluppata la verità dei fatti politici italiani, la borsa di Milano perde il 3,5%, i titoli delle principali banche italiane perdono fino al 7%, la fiducia nel nostro Paese è ai minimi storici e la finanza italiana diviene vittima degli avvoltoi dellaspeculazione finanziaria. Tutto ciò è successo nell'ennesimo venerdì nero della borsa di Milano, venerdì 8 luglio, dopo la notizia della richiesta alla Camera di autorizzazione all’arresto del deputato del Pdl Marco Milanese da parte del Gip di Napoli Dott.ssa Amalia Primavera, con l’accusa di corruzione,rivelazione di segreto d’ufficio e associazione per delinquere. Il deputato avrebbe fornito notizie riservate all’imprenditore Paolo Viscione sulle indagini, proprio per rallentarle, della Guardia di Finanza riguardanti lui e le sue società. Milanese in cambio ne avrebbe avuto soldi, auto di lusso, orologi, gioielli e viaggi all’estero.
Continua ...
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