“I nostri rapporti con la Santa Sede mai più come prima”, 19 i sacerdoti accusati di molestie e coperti in qualche modo oltretevere
‘Questa e’ una Repubblica, non il Vaticano’: dalla cattolicissima Irlanda e’ partito un attacco senza precedenti alla Santa Sede nello scandalo della pedofilia. Il primo ministro Enda Kenny, e poi il Parlamento irlandese, hanno censurato il papato dopo che ‘per la prima volta un rapporto sugli abusi sessuali del clero ha messo in luce un tentativo della Santa Sede di frustrare un’inchiesta in una repubblica democratica e sovrana, e questo tre anni fa soltanto, non tre decenni fa’.
RISPONDEREMO - In serata, il direttore della sala stampa vaticana, padre Federico Lombardi, ha dichiarato che ‘la Santa Sede rispondera’ opportunamente alla domanda posta dal Governo irlandese a proposito del Rapporto sulla diocesi di Cloyne’. Mai prima di oggi il capo di un governo irlandese aveva parlato con tanta forza contro il Vaticano. Kenny, e successivamente il Parlamento in una mozione approvata all’unanimita’, hanno accusato le gerarchie cattoliche a Roma di aver messo gli interessi della Chiesa davanti a quelli delle vittime degli abusi. Vicino alle lacrime, l’arcivescovo di Dublino Diarmuid Martin e’ andato in televisione per puntare i riflettori sulla ‘cabala’ che ‘rifiuta di riconoscere le norme della Chiesa’. Intervistato dalla Rte, l’alto prelato ha messo in guardia che nuove inchieste sulla pedofilia nelle diocesi rischiano di non arrivare a far luce su quanto e’ successo ‘se la gente nella Chiesa Cattolica non e’ pronta a dire la verita’.
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