sabato 23 luglio 2011

"Subito 200 milioni o è fallimento" il documento che fa tremare il Vaticano


Memorandum riservato con la pioggia di richieste di banche e aziende. Giallo sui 28 milioni della Dec, azienda di costruzioni barese: "Partita di giro non chiara". Partner storici come Ibm, Roche, Esaote si sono rivolti al tribunale per i risarcimenti

di ETTORE LIVINIMILANO - Pochi spiccioli in cassa ("al primo luglio ci sono fidi disponibili per 2 milioni"). Quasi 55 milioni da trovare entro settembre per pagare stipendi e medicinali. E, soprattutto, i primi creditori alle porte: otto dei quali avrebbero già chiesto in tribunale, e in un caso ottenuto, il rimborso "forzato" dei loro soldi. L'ultima fotografia della Caporetto del San Raffaele è un riservatissimo documento di undici pagine finito sul tavolo del consiglio della Fondazione del Monte Tabor il 15 luglio.
Un memorandum drammatico stilato per valutare "le possibili modalità di intervento della Santa Sede". Tabelle e cifre da brividi. Corredate dalla cronaca in tempo reale dell'assalto giudiziario dei fornitori degli ultimi mesi: una pioggia di decreti ingiuntivi per un totale di 18 milioni arrivati persino da partner storici come Ibm, Roche ed Esaote e finita, dicono indiscrezioni attendibili, proprio sul tavolo di Mario Cal. Più il giallo dei 28 milioni chiesti in zona Cesarini per via giudiziaria il 29 giugno dalla Dec, la holding di costruzioni barese della famiglia De Gennaro, un'operazione che sarebbe già entrata nel mirino della Procura.
Le pagine del memorandum sono la sintesi ad oggi più attendibile della via crucis finanziaria vissuta nelle ultime settimane dalla Fondazione Monte Tabor. Il conto alla rovescia verso il baratro, scandito dal tic-tac dell'implacabile pioggia di richieste di rientro dei creditori. Il San Raffaele, ammette il documento, non è proprio un pagatore puntuale: "i debiti scaduti sono pari a 430 milioni, 150 da oltre un anno e 117 da almeno sei mesi". Così quando a marzo l'impero del sacerdote veronese ha iniziato a tremare, diversi fornitori si sono rivolti al tribunale per far valere le loro ragioni mentre qualche banca ("Unicredit", spiega la nota) smetteva di finanziarli con anticipi.
Continua ...
http://www.repubblica.it/dal-quotidiano/retroscena/2011/07/23/news/subito_200_milioni_o_fallimento_il_documento_che_fa_tremare_il_vaticano-19496179/

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