BRUXELLES – La crisi economica fa male alla salute: a salire non è solo lo spread, ma anche il numero di persone che si tolgono la vita, vanno in depressione o si ammalano. In Grecia sono aumentati del 40% i suicidi nell’ultimo anno e la depressione in Spagna è aumentata del 20%. In Irlanda così come in Grecia sono diminuite le donazioni di organi. Diminuiscono anche un po’ ovunque le visite mediche mentre aumenta il ricorso al ricovero negli ospedali pubblici.
I paesi investiti più pesantemente dal crollo dei mercati finanziari pagano doppio pegno: economico e di salute. I dati sono stati presentati in occasione del Convegno Italian Health Policy Brief da Walter Ricciardi, presidente dell’European Public Health Association (Eupha) e della terza sezione del Consiglio Superiore di Sanità. E anche dall’Italia arrivano i primi segni dove “è in forte aumento la depressione”.
Fra pochi giorni sarà pubblicato un bilancio aggiornato della situazione europea, ha spiegato Ricciardi: i dati verranno elaborati da Osservasalute dell’Università Cattolica assieme all’Oms e all’Eupha.
”Vogliamo capire gli effetti delle misure – ha spiegato Ricciardi”. E per questo gli epidemiologi hanno deciso di dedicare i prossimi sforzi proprio per comprendere cosa stia succedendo complessivamente e in Italia in particolare.
Più in generale sembrano diminuire le abitudini salutari come la prevenzione e la cura di una alimentazione salutare (ricca di frutta e verdura) e si registra già un taglio delle spese sull’alimentazione, sullo sport e sulle cure, in particolare quelle odontoiatriche.
La minore disponibilità economica colpisce infatti la possibilità di fare ricorso alle cure mediche proprio nelle fasi iniziali delle malattie, facendo quella prevenzione che in molti casi si rivela fatale. In Grecia si era già registrata una consistente riduzione del 15% delle visite mediche e un aumento del 25% dei ricoveri.
La giungla di ticket e tariffe sanitarie introdotte nelle diverse regioni italiane renderà prevedibilmente complesso il lavoro di analisi degli effetti della crisi. Tra le misure introdotte sono previsti obiettivi dispesa sanitaria: per la spesa ambulatoriale il governo centrale stanzierà 105 milioni di euro per l’anno in corso invece dei 486,5 pianificati, un differenza che dovrà essere coperta con l’introduzione di ticket come quello sulla specialistica ambulatoriale che rischia di provocare una rinuncia di questi controlli da parte delle fasce piu’ deboli della popolazione.
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