- Luigi Bruschi -
La Corte Costituzionale, il 17 ottobre scorso, con la storica sentenza n° 277, aveva sancito l’incompatibilità tra l’incarico di parlamentare e quello di Sindaco di un comune sopra i 20000 abitanti.
Ebbene ieri la Giunta per le elezioni di Palazzo Madama, sconfessando la decisione della Corte Costituzionale, si è pronunciata contro l’incompatibilità del doppio incarico, con particolare riferimento ai casi del Sindaco di Molfetta Antonio Azzollini e di quello di AfragolaVincenzo Nespoli, ovviamente in quota Popolo delle Libertà.
A votare contro la Corte e a favore dei due senatori pupilli, manco a dirlo, Pdl e Lega (Pd e Idv sono usciti dall’aula per protesta).
Azzollini e Nespoli ringraziano.
E continuano ad incassare il doppio stipendio.
E continuano ad incassare il doppio stipendio.
Questi, sia ben chiaro, sono i tagli alla politica e ai privilegi portati avanti dagli uomini di Berlusconi e di Bossi.
La Lega di fatto conduce ormai un doppio gioco palese e quanto mai avvilente, recitando da un lato il ruolo dell’opposizione dura e pura pro popolo (padano) e dall’altro rinverdendo i fasti governativi delle decisioni pro casta se ci sono in ballo poltrone o favori per sé o per gli alleati di ieri e di domani.
La ciliegina sulla torta sapete qual è?
Che proprio in virtù della decisione della Corte Costituzionale, la Camera invece si era già espressa contro il doppio incarico in questione, giusto una settimana fa, il 14 dicembre scorso.
Morale? Al momento si può essere sindaco e senatore allo stesso tempo, ma non sindaco e deputato.
Così, tanto per strapparci un sorriso sotto le feste.
Tra un doppio stipendio e l’altro.
Nelle loro tasche, naturalmente.
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