Mentre il mondo si preoccupa della tolleranza dei governi arabi, la situazione nel paese ebraico peggiora
LINEA MODESTA – La scorsa settimana, il giornale israeliano Haaretz ha parlato dell’introduzione nella città di Sderot di un codice di abbigliamento, nel quale è specificato che le donne devono vestirsi in maniera “modesta”. Questo codice è figlio di un gruppo religioso ultraortodosso, economicamente molto potente, che ha raccolto subito l’adesione di 20 negozi della città a sud del Paese. I religiosi non hanno minacciato alcun boicottaggio nei confronti di chi non avrebbe recepito la direttiva “maniche lunghe”, eppure la sua potenza economica ha spinto i negozianti ad adeguarsi. Una coercizione religiosa.
DIVISIONI PER GENERE – Negli ultimi tempi i religiosi hanno reclamato la necessità, da parte degli uomini, di stare lontano da cerimonie militari in cui ci siano delle donne a cantare. Questo fa la somma coi tentativi di cancellare i visi femminili dai cartelloni pubblicitari e dalla volontà di istituire file divise per genere nei negozi. La scorsa settimana è tornata di moda anche la divisione sessuale sui pullman. Una donna si è rifiutata di mettersi in coda a un mezzo nonostante le richieste dell’autista e di un agente chiamato per risolvere la questione. L’intenzione è di rendere le linee del paese simili a quelle destinate agli ultraortodossi, divise ormai per sesso da anni. Neanche la Corte Suprema israeliana è riuscita a cambiare le cose.
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